Oculistica eccellenza del Murri, tecnologia 3D per la retina. E il primario Sprovieri: «Andarmene? Non ci penso proprio»

Oculistica eccellenza del Murri, tecnologia 3D per la retina. E il primario Sprovieri: «Andarmene? Non ci penso proprio»
di Francesca Pasquali
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Giovedì 20 Gennaio 2022, 08:05

FERMO - Una tomografia e un laser «di ultimissima generazione» per curare le patologie della macula e la tecnologia 3D per quelle della retina. Investe nell’Oculistica, l’ospedale Murri di Fermo. Il reparto diretto da Carlo Sprovieri è «centro di riferimento» per la cura degli occhi, con 1.500 interventi l’anno. Che, in tempo di Covid, non sono pochi. «Avendo una sala autonoma, abbiamo risentito parzialmente del blocco operatorio», spiega il primario. Il difficile – fa sapere – «è la logistica, cioè far entrare i pazienti in sicurezza».

 
Le cifre
Dall’inizio della pandemia, l’equipe di Sprovieri ha operato una sola persona positiva, dedicandogli l’intera giornata. Nel complesso, gli interventi sono passati dai 2.200 degli anni precedenti ai 1.500 di adesso, «soprattutto casi con patologie gravi». È su quelli che si sta concentrando il reparto, «arrivando a fare 250 patologie della retina l’anno». Sprovieri guida una squadra «con professionisti uno più bravo dell’altro, che lavorano in armonia, cosa non scontata in tempi di alta conflittualità». A differenza di altri reparti dell’ospedale di Fermo, in perenne carenza di personale, quello di Oculistica «adesso è a organico pieno, nonostante la carenza di oculisti in regione». Per crescere ancora, Sprovieri, ha chiesto l’arrivo di un altro medico. Mentre i tre che se ne sono andati «sono stati subito sostituiti». Si dice quindi «ampiamente soddisfatto», il primario, e mette a tacere le voci su un suo possibile trasferimento verso un altro ospedale. «Non me ne andrò da Fermo», assicura, perché «sono stato sostenuto nell’acquisizione di personale di livello altissimo e della strumentazione, in un continuo investimento avallato dalla nuova dirigenza».


Gli strumenti
Il reparto può adesso contare su un Oct per lo studio delle maculopatie, «per stabilire come e quando trattarle con le iniezioni intravitreali», costato 150mila euro.

Su un laser micropulsato «per le forme più lievi di maculopatia e per fare prevenzione sul glaucoma nei casi in cui non è indicata la chirurgia», che vale 80mila euro. E sulla tecnologia 3D, per operare il segmento anteriore dell’occhio e la retina: un monitor da settanta pollici collegato con un microscopio operatorio, «il futuro della chirurgia della retina». Centocinquanta i trapianti di cornea effettuati nell’ultimo anno. Interventi «di ultima generazione», spiega Sprovieri, «meno traumatici rispetto a prima, con la stessa efficacia e una riabilitazione molto più veloce». Le cornee arrivano dalla Banca degli organi delle Marche o da quella di Mestre.


I pazienti
Un reparto all’avanguardia che attira «almeno 700-800 persone all’anno, che arrivano dal nord delle Marche per operarsi» e che ha catturato l’attenzione delle multinazionali del farmaco che «stanno facendo lavori sulla nostra casistica». Un reparto organizzato in ambulatori (Maculopatia, Glaucoma, Pediatria), che collabora con la Diabetologia, «con cui condividiamo un percorso di ottimizzazione tramite un’apparecchiatura con cui loro fotografano il fondo dell’occhio e noi refertiamo in tempo reale», e che ha stretto un accordo con i distretti del Fermano, «per far sì che prevenzione e patologie croniche si spostino sul territorio, mentre l’ospedale si occupi dei casi più gravi».

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