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FERMO - È arrivata la proroga di 59 contratti a tempo determinato per altrettante figure del comparto della sanità pubblica dell’Area vasta 4. A darne notizia Giuseppe Donati, della Cisl funzione pubblica Marche. «Abbiamo combattuto – commenta – contro ogni ragionevole speranza, ma alla fine ciò che sembrava impossibile è risultato possibile».
Il passato
Nelle scorse settimane diversi sono stati gli incontri, le mobilitazioni, e la Rsu avevano anche minacciato una manifestazione di fronte ai principali presidi sanitari, annunciando la distribuzione di materiale informativo al pubblico. Mobilitazione poi sospesa, essendo stati ricevuti dalle autorità regionali, e ora questa proroga valida fino al 30 aprile 2023. «Sembrerebbe poca cosa – dice Donati parlando della proroga – ma è una vittoria della coerenza, costanza e testardaggine della Cisl e delle altre organizzazioni sindacali insieme alla Rsu. Proietta questo personale nella nuova Ast che sta per nascere, dando respiro a un’organizzazione estremamente in affanno». Le Ast sono le nuove aziende sanitarie territoriali, e per quella fermana, aggiunge Donati, «spetterà al sub commissario Grinta saper valorizzare i nostri professionisti e operatori che da anni lavorano come precari, così da non disperdere le competenze acquisite».
I timori
E non è tutto. Donati aggiunge che non è più possibile il verificarsi di situazioni che prevedono che un’area «abbia assegnati 40 precari e altre 152 se non 200, per poi gravare per 1,8 milioni sul fondo perequativo di Asur». Per la Cisl Fp andrebbe subito aperto un tavolo in regione per uniformare gli standard assistenziali, tra le stesse specializzazioni. «Occorrerà – ritiene Donati – avere il coraggio politico di agire su servizi e reparti duplicati o triplicati, che comportano una spesa insostenibile se si punta a fare equità». Se uno degli obiettivi dell’agitazione della Rsu di Av4 dello scorso settembre, il rinnovo dei contratti in scadenza, è stato raggiunto, molto altro va fatto coinvolgendo i sindaci e i consiglieri regionali del Fermano. «La disparità – sottolinea – è ancora enorme e a danno dell’Ast in arrivo: se le risorse sono contingentate non è possibile che altri peschino per tre volte rispetto a Fermo».
Lo scontro
Ma la riforma sanitaria che sta portando alle Ast è al centro del dibattito politico, accesosi ancora di più dopo la Giornata delle Marche. L’ultimo, in ordine di tempo, è un botta e risposta a mezzo social tra il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro e il consigliere regionale dem Fabrizio Cesetti. «Cesetti – ha scritto Calcinaro – è stato per cinque anni assessore al bilancio in regione. Abbiamo il minor numero di posti letto, infermieri e Oss per abitante, non abbiamo emodinamica, un solo pronto soccorso perché sono stati chiusi gli altri prima ancora che fosse realizzato il nuovo ospedale. La spesa sanitaria dipendeva da lui». Immediata, sempre a mezzo web, la replica di Cesetti: «Abbiamo aumentato i posti letto fino a una capienza di 362, finanziato con ulteriori 30 milioni la variante per la realizzazione degli stessi, finanziato per 111 milioni e fatto realizzare l’Ospedale che procede spedito; con Livini, abbiamo approntato quanto necessario per la Radiologia Interventistica, Emodinamica e per il Robot Chirurgico dei quali, inspiegabilmente, si sono perse le tracce. Abbiamo finanziato e realizzato, le Case della Salute–ospedali di Comunità a Montegiorgio (2015) e Sant’Elpidio a Mare (2016), e finanziato e fatto realizzare l’ospedale di Amandola. Nel complesso risorse aggiuntive per oltre 140 milioni». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico