Un automobilista del Fermano pizzicato dall'autovelox: «Assurdo, 21 euro solo per pagare la notifica»

Un automobilista del Fermano pizzicato dall'autovelox: «Assurdo, 21 euro solo per pagare la notifica»
FERMO - Passi la multa, ma si possono pagare 21 euro solo per vedersela notificare? È il senso di una protesta che corre sui social lanciata da parte di un automobilista...

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FERMO - Passi la multa, ma si possono pagare 21 euro solo per vedersela notificare? È il senso di una protesta che corre sui social lanciata da parte di un automobilista dell’Ascolano pizzicato dall’autovelox in un centro della costa fermana. Uno sgarro quasi impercettibile: andava a 57 km/h contro i 50 previsti. 


I dubbi


Lui stesso, però, nel video diffuso sul web tutto fa meno che contestare la multa per eccesso di velocità: quando si supera il limite, anche se di poco, c’è ben poco da protestare. E combattere contro i moderni strumenti di rilevazione è spesso tempo perso. Il problema è legato alle spese di accertamento e notifica. In sostanza pagando la multa entro 5 giorni avrebbe dovuto sborsare 29,40 euro per aver superato il limite di velocità di 7 km/h. A questa cifra, tutto sommato abbordabile, si sono però aggiunti i famigerati 21 euro per le spese legate all’accertamento e alla spedizione della raccomandata a casa del destinatario. Tenendo conto anche dei costi per saldare la spesa alle Poste, siamo a quota 52,90 euro contro i 29,40 euro della multa iniziale.


Il personale


«Anche all’ufficio postale del mio paese dove sono andato per pagare la multa - racconta l’automobilista - sono rimasti basiti quando hanno saputo che dovevo pagare 21 euro per la notifica. Al massimo, mi hanno detto, si tratta di un’operazione che costa 10 euro. Il vero problema è che non sanno più cosa inventarsi per fare cassa». L’automobilista prende spunto dall’episodio per ricordare come gli italiani siano forse un po’ troppo propensi ad accettare qualsiasi angheria, mentre a poca distanza da noi, come in Francia, Spagna o Germania, i cittadini sono pronti a protestare e scendere in strada contro i soprusi.


La frase


«Sempre alle Poste - riprende - mi hanno detto: cosa vuoi farci, questa è l’Italia di oggi. Ebbene, io non l’accetto. Questo era un Paese bellissimo, almeno fino a 30 anni fa andava tutto bene. Ma ormai non è più così e mi chiedo cosa aspettiamo a scendere in strada anche noi e a protestare». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico