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FERMO - Per alcuni è solo un lavoro, un modo per portare i soldi a casa e togliersi qualche sfizio. Ma per i più, quella di fare il medico, è una vera vocazione. Di quelle che scopri di avere da piccolo, oppure col tempo. Però succede pure che, a studiare e a farti le ossa nei riparti, puoi accorgerti che quel lavoro tanto sognato non è come te l’aspettavi e che quella passione che pensavi di avere, in realtà, non ce l’hai. E allora cambi strada, lasci quell’Università dove tanto avevi sudato per entrare. Solo che il posto che resta vuoto non lo può occupare qualcun altro.
E in un periodo di penuria di camici bianchi, soprattutto in certe specialità, come quello di oggi, proprio non ce lo possiamo permettere. Così, le scuole si organizzano, con corsi di orientamento per permettere ai ragazzi di capire per tempo se quella è la loro strada. Lo fa il Liceo scientifico Calzecchi Onesti che, nel 2018, ha attivato il percorso di Biologia con curvatura biomedica: tre anni, gli ultimi tre, di lezioni con insegnanti e medici.
Da settembre, per la prima volta, partirà anche il biennio propedeutico: venti ore (dodici con gli insegnanti, otto con i medici), di pomeriggio, per gli studenti del primo anno dello Scientifico, delle Scienze applicate e del Matematico.
«Avere la disponibilità di dodici professionisti a lavorare in un settore in cui non sono abituati non è scontato. Invece, è stata un’esperienza estremamente positiva, che continueremo e amplieremo», spiega Anna Maria Calcagni. La presidente dell’Ordine dei medici, ieri mattina, ha partecipato all’iniziativa organizzata dal Calzecchi Onesti per tirare le somme di questi primi anni del progetto che ha come capofila il Liceo scientifico Leonardo da Vinci di Reggio Calabria. Che a Fermo piace più alle ragazze che ai ragazzi. Che è passato dai 28 alunni dell’anno scolastico 2018-2019 ai 121 di quello che sta finire. Che ha visto migliorare, anno dopo anno, i risultati dei test bimestrali che gli studenti, da progetto ministeriale, devono affrontare, passati dalla media del 6 del 2018-2019 a quella dell’8-9 di questo. E che ha già “sfornato” i primi diplomati iscritti a Medicina. Come Evy Burato e Alice Vallesi, matricole alla Politecnica delle Marche. «È una scelta che rifarei. Se mi sono iscritta a Medicina, è anche grazie a questo corso. Stare a contatto con i medici mi ha permesso di capire la passione e la dedizione che c’è dietro questo lavoro, che è fatto di sacrificio, sotto ogni punto di vista», ha spiegato Burato. Per Vallesi, il percorso biomedico «è stato anche un arricchimento culturale, come persona, ha fatto la differenza e mi ha permesso di fare una scelta consapevole e di frequentare un’università che mi piace al cento per cento».
Un momento è stato dedicato al ricordo di Bernardino Scialè, insegnante di Scienze naturali del Calzecchi Onesti, morto d’infarto il 5 novembre 2020, e di Tolmino Rossi, storico medico di base di Montegiorgio, ex studente della scuola, ucciso dal Covid il 29 marzo dell’anno scorso. «Credeva molto nei giovani. Pensava che, se si potesse instillare nel loro cuore la passione per la medicina, molte cose sarebbero diverse e si recupererebbero umanità e professionalità», il ricordo della moglie di Rossi, Rossella Tiburzi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico