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FERMO - Sono giunte quasi come una doccia fredda le dimissioni del direttore Nicola Verzina, che a un mese dalla scadenza dell’incarico di direttore del Conservatorio Pergolesi di Fermo ha deciso di lasciare; ora c’è il rischio di commissariamento. Tutto in seguito a due docenti che avrebbero dato lezioni a pagamento a studenti del Conservatorio, procedimenti poi archiviati dalla Procura, ma che sono sfociati in azioni disciplinari ai danni dei due prof e dello stesso ormai ex direttore Verzina, a cui si contesta di aver omesso la verifica dell’illecito e la trasmissione degli atti al Ministero.
I provvedimenti disciplinari del Mur, unico organo che può sanzionare docenti e organi del Conservatorio, sono impugnabili, come ha spiegato ieri mattina il presidente dell’istituzione di formazione musicale, Igor Giostra, e come farà lo stesso Verzina, a cui è stata comminata una sospensione di 30 giorni.
La nota
Lo ha fatto sapere lui stesso tramite una nota, in cui spiega le sue ragioni: «A seguito della notifica del provvedimento disciplinare ricevuto dal Mur, per dovere morale, per rispetto dell’Istituzione e dei colleghi, nonché per rispetto della mia dignità e per protesta contro un provvedimento immeritato, ho ritenuto di rassegnare le dimissioni dalla carica di direttore del Conservatorio di Musica G.
I provvedimenti
Gli altri destinatari dei provvedimenti disciplinari sono quindi due docenti: uno non più in carica, a cui sono stati inflitti dieci giorni di sospensione e un’altra, ha spiegato Giostra, «in carica a cui è arrivato il licenziamento». I provvedimenti «sono stati motivati dall’aver dato lezioni private a pagamento agli iscritti al Conservatorio», prosegue Giostra. A spiegare come sono emersi i fatti è lo stesso presidente: «Nel 2019 l’allora presidente Carlo Verducci ricevette una comunicazione da cui scaturì un’indagine interna: una studentessa cinese aveva fatto dichiarazioni contro Verzina, rivelatesi poi infondate. A seguito di quella indagine vennero fuori le segnalazioni su questi due docenti. A quel punto Verducci ha portato le carte in tribunale, che a sua volta ha ipotizzato alcuni reati e avviato un’indagine attraverso la Guardia di Finanza. Il procedimento è stato archiviato, nessun carico penale, ma gli atti sono stati trasmessi al Ministero per le valutazioni del caso. Molte sono state le memorie difensive di Verzina, che ha anche fatto partire un provvedimento disciplinare interno con le sanzioni che poteva comminare il direttore». Di qui la decisione di dimettersi, protocollata il 28 luglio scorso. Il Conservatorio al momento è senza direttore, c’è un vice, Sergio Mascarà, ma per renderlo direttore effettivo, ha detto Giostra, «abbiamo chiesto al Mur e a giorni attendiamo la risposta».
Il Cda resta in carica
Accanto a lui il vicepresidente, nonché membro esterno del Mur in cda, Andrea Cervellini, che ha puntualizzato che «il cda resta in carica, nel caso di commissariamento, solo il consiglio accademico ne sarebbe colpito». «L’ipotesi - ha aggiunto Giostra – è concreta, o il Mur dà l’incarico al vice direttore, o serve un commissario per la gestione ordinaria e straordinaria».I fatti contestati comunque sono accaduti nel 2017, un episodio nel 2018, prima che entrassero in carica tanto Verzina quanto l’attuale cda: nessuna segnalazione né procedimenti sono a carico dell’ex direttore Massimo Mazzoni, di cui Verzina era il vice. Ora c’è l’intenzione, da parte del cda, di promuovere una sorta di codice etico. «Si segnalano tensioni – ha comunicato Giostra – per questo vogliamo stemperarle ed eliminare tutti gli attriti». Anche perché i numeri parlano di un’istituzione in crescita negli ultimi sei anni, per i quali Giostra ha ringraziato Verzina: «Cd, collaborazioni con altri atenei, orchestre, concerti, oltre ad ampliamento organico. Dobbiamo essere ottimisti».
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