Con una vecchia Panda sfideranno il Sahara: parte oggi l'avventura di due giovani del Fermano

Al via il Panda Raid, in gara Walter Lamponi e Manuel Egidi

Con una vecchia Panda sfideranno il Sahara: parte oggi l'avventura di due giovani del Fermano
FERMO - Due avventurosi ragazzi del Fermano partiranno alla volta del deserto del Sahara con una Panda 4x4 bianca prima serie per un’impresa unica del suo genere: il Panda...

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FERMO - Due avventurosi ragazzi del Fermano partiranno alla volta del deserto del Sahara con una Panda 4x4 bianca prima serie per un’impresa unica del suo genere: il Panda Raid. Walter Lamponi di Altidona e Manuel Egidi di Campofilone, volontario di Protezione civile della Fisa (Federazione italiana salvamento acquatico) territoriale, prenderanno parte a questo famoso raduno motoristico di lunga distanza e di durata, nel quale più di 300 equipaggi, da oggi fino al 6 maggio, decidono di sfidare la legge suprema del buon senso e di intraprendere quest’avventura old style a bordo di una vecchia Panda. 


I particolari


Un’impresa in pieno stile Fisa: superare i propri limiti, portare a termine la missione, addestrarsi per essere sempre pronti ad intervenire per salvare vite. I due impavidi ragazzi, gli “Impandanati Racing Team”, raggiungeranno il Marocco, attraversandolo da nord a sud e da est a ovest con un percorso suddiviso in sette tappe, per oltre 2500 km, che metteranno alla prova le capacità fisiche e mentali delle squadre, lontano dal trambusto della civiltà e dalla dipendenza da tecnologia. Ai due giovani è arrivato il grosso in bocca al lupo del presidente nazionale Fisa Raffaele Perrotta. L’obiettivo non è il tempo o la velocità, ma arrivare alla fine interpretando una semplice mappa di percorso, perché superare Panda Raid significa prima di tutto raggiungere l’obiettivo. Ogni 50 km circa di piste ci sono dei posti di controllo dove si trovano i commissari, persone in carne ed ossa, che oltre ad essere incaricate di timbrare la tessera, sono in contatto diretto con tutta l’organizzazione in caso di problemi importanti. In termini di sicurezza, le vetture dei team dispongono di un dispositivo satellitare che, attraverso una mappa di monitoraggio in tempo reale, consente all’organizzazione di avere le squadre sempre localizzate, nonché la possibilità per chiunque di vedere i progressi dei concorrenti nelle tappe o come si stanno coprendo chilometri e chilometri di deserti, attraverso un’esperienza unica nel suo genere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico