FERMO - I ragazzi di Disneyworld sono rientrati. Sbarcati ieri mattina, prima a Fiumicino, poi Malpensa, gli italiani che lavoravano al mega parco divertimenti di Orlando, chiuso...
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Al termine di giorni di agitazione ed una comunicazione continua con il Consolato italiano a Miami e il Ministero degli esteri, la svolta positiva. L’aereo messo a disposizione dalla Farnesina è partito nella mattinata di domenica da Orlando, ha effettuato uno scalo tecnico a La Romana, in Repubblica Dominicana, poi ha attraversato l’oceano alla volta dell’Italia. Tra le ragazze Barbara Miandro, da Sant’Elpidio a Mare. Del Fermano è anche Sofia Cameli di Monte Urano. «Siamo arrivati stamattina (ieri)» racconta la giovane elpidiense.
«Trattandosi di un volo speciale hanno permesso ai nostri bus di arrivare direttamente sulla pista, a pochi metri dall’aereo, aprendo una parte dell’aeroporto che normalmente è chiusa. Anche gli altri italiani sono arrivati fin lì con il loro mezzo. C’erano anche diverse persone anziane che avevano avuto difficoltà a rientrare in precedenza. Siamo partiti con più di un’ora di ritardo dovuto alla diversa procedura per controllare e imbarcare le valigie, che è stata effettuata vicino all’aereo, e per la compilazione di tutte le autocertificazioni. I posti sono stati assegnati lasciando un posto vuoto in mezzo a ciascuna fila da 3. Il nostro manager ci ha accompagnato fin dentro all’aereo per assicurarsi che fosse tutto a posto. Durante lo scalo a La Romana ci hanno fatto rimanere in aereo, mentre salivano altri connazionali e veniva caricato il carburante».
Gli inghippi
Non è mancato qualche inconveniente. Diversi bagagli di chi è sbarcato nella capitale, infatti, non sono stati scaricati e hanno proseguito il volo fino allo scalo milanese. Una sessantina di valigie che ora i reduci da Disneyworld cercheranno di recuperare. «Ragazzi questo volo è stato fatto appositamente per voi – l’annuncio del comandante dell’aereo alla partenza -. Altri connazionali oggi potranno rimpatriare insieme a voi e siamo contenti di potervi riportare tutti a casa. Devo ricordarvi che in Italia la situazione è particolare, per questo è necessaria la vostra collaborazione». A tutti i passeggeri è stata controllata la temperatura, sia all’imbarco che all’arrivo in patria.
Il futuro
«Ora rimarrò per 2 settimane in isolamento ad Anagni a casa di una coinquilina a Orlando - conclude Barbara Miandro - Non avrei saputo come raggiungere casa, dato che, come previsto dal decreto, non potevamo prendere i mezzi pubblici perché in rientro dall’estero. Inoltre, a casa non abitiamo da soli e non volevamo mettere a rischio le nostre famiglie». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico