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Le autorizzazioni
La società ha elaborato e redatto uno studio di impatto ambientale con l’obiettivo di individuare le matrici ambientali e socio-sanitarie, quali fattori antropici, naturalistici, climatici, paesaggistici, culturali ed agricoli su cui insiste il progetto, e l’analisi del rapporto delle attività previste con le matrici stesse. L’obiettivo è di finanziare il progetto all’insegna della transizione ecologica, in linea con gli indirizzi del governo.
I dubbi
«Francamente è difficile scorgere qualcosa che possa avvicinarsi ad una rivoluzione verde» ribatte il coordinamento ambientalista fermano compposto da Italia Nostra, Lipu, Slow Food del Fermano, Legambiente, Archeoclub, Chi Mangia la Foglia, River Keeper-Ekoclub.
Le associazioni
ll coordinamento delle associazioni ambientaliste del Fermano vuole prendere spunto dalle osservazioni, con richiesta di parere negativo, depositate dalla Condotta Slow Food di Fermo, che del Coordinamento fa parte, il 26 gennaio scorso e farle sue in toto, con particolare riferimento alla necessità di tutela della vicina area archeologica di Belmonte Piceno.«Tutti gli enti locali spendono fiumi di progetti e parole per promuovere l’agricoltura locale, ci riempiamo la bocca di chilometri -zero e tutti questi bei concetti, e poi con un solo progetto togliamo ben 40 ettari alla produzione agricola del territorio per darli ad una società energetica inglese? Prima di occupare terreni agricoli e togliere opportunità ai coltivatori e agli allevatori - prosegue il coordinamento - è necessario prendere in considerazione l’utilizzo con le potenzialità che offrono i tetti, delle aree industriali e artigianali e comunque non agricole».
Il precedente
Una situazione simile fotocopia a quella di Belmonte si è verificata tra Fano e Cartoceto, con un campo agrivoltaico di circa 45 ettari. I sindaci a ottobre scorso hanno reso posizione contraria al progetto, questa volta presentato da una società tedesca, coinvolgendo nel rigetto del progetto stesso anche il presidente della Provincia. «La nostra comunità merita una simile scempio? Sono tante le ferite del territorio, che vengono perpetrate giornalmente e che impercettibilmente stanno mettendo a rischio il futuro delle prossime generazioni. Dov’è in tutto questo il rispetto del cittadino comune, dell’ambiente, del paesaggio delle nostre colline vanto turistico in tutto il mondo? Perché è così difficile da comprendere che non è possibile coltivare sotto e a ridosso di pannelli fotovoltaici qualunque specie di piantagione o esercitare qualunque tipo di allevamento? .
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Corriere Adriatico