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FERMO Nei primi 9 mesi del 2023 l'export fermano è cresciuto del 6,5% in valore rispetto al 2022. Ed è a +4,3% sul 2019, l’anno prima del Covid. Il fatturato è stato di 552 milioni di euro, che vale oltre la metà di quello regionale, secondo i dati diffusi da Assocalzaturifici. Se consideriamo che i prezzi sono saliti a causa dell'inflazione, la già leggera crescita si assottiglia sempre di più e probabilmente finisce in terreno negativo. Nell'analisi dei Paesi di destinazione a livello regionale, invece, emerge la maggiore dipendenza del settore calzaturiero dal lusso e dal lavoro conto terzi.
La classifica
I primi quattro mercati di destinazione sono Germania (che perde il 4,5%); Francia (dove sono i giganti del lusso, +19,9%), Usa (-11,5%) e Cina -42,9% (export notevolmente influenzato dal flusso delle griffe). Al quinto posto la Russia con +44,9%, a confermare un buon trend di recupero.
L’est
Per quanto riguarda la Russia, «le aree più promettenti sono la Siberia e le repubbliche dell'ex Unione Sovietica. Non certo Mosca. Siamo danneggiati dal fatto che i media locali gettano fango sull'Italia e sui nostri prodotti. Non solo le scarpe. Una campagna denigratoria per il nostro appoggio all'Ucraina. E una fetta di consumatori locali boicotta i nostri prodotti». È l'analisi dell'imprenditore Marino Fabiani sul mercato russo. Lui stesso ha investito sul prodotto presentando per la prima volta una collezione uomo e una collezione ski, destinata proprio ai clienti che vivono nelle località fredde. «Non mi posso aspettare riscontri immediati. Sul mercato russo sono conosciuto per la scarpa elegante e i clienti vogliono questo prodotto», osserva Fabiani, che racconta come prima della guerra andava in Russia una volta al mese, mentre ora ul viaggio Fermo-Mosca arriva solo due volte l'anno in concomitanza con l'Obuv. «Non è un mercato dove ci sono molte opportunità».
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