Omicidio dopo la lite, Finucci resta in carcere: «Non volevo ucciderlo: avevo con me quel coltello per tagliare il pane»

Omicidio dopo la lite, Finucci resta in carcere: «Non volevo ucciderlo: avevo con me quel coltello per tagliare il pane»
BELMONTE PICENO - Resta in cella Paolo Finucci. Il 57enne accusato dell’omicidio di Marzio Marini, ieri mattina, è stato sentito in carcere dalla pm Francesca Perlini...

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BELMONTE PICENO - Resta in cella Paolo Finucci. Il 57enne accusato dell’omicidio di Marzio Marini, ieri mattina, è stato sentito in carcere dalla pm Francesca Perlini e ha fornito la sua versione sui fatti accaduti la sera del 18 luglio a Belmonte Piceno, davanti alla villetta di via dei Sibillini.

 

Alla sostituta procuratrice, Finucci ha detto di non aver voluto uccidere l’amico 52enne. Che il coltello a serramanico di dieci centimetri con cui gli ha inferto tre coltellate se lo portava dietro per tagliarci il pane quand’era al lavoro, ma che non l’aveva mai usato per far del male a qualcuno. E che s’è accorto di quello che aveva fatto quando ha visto l’amico per terra in un lago di sangue. «È sotto choc. Non riesce a capacitarsi di come due vite siano state rovinate per una lite. L’aveva lasciato dieci minuti prima convinto di rivederlo il giorno dopo. Mai si sarebbe aspettato di ritrovarselo sotto casa con quella aggressività», racconta Antonella Natale, l’avvocata di Finucci.


La pm
Rispondendo alla pm, l’uomo ha detto di essere stato aggredito da Marini e di essere salito su un muretto per evitare di venire investito dall’auto guidata dall’amico. Prima della lite, i due erano stati insieme all’ippodromo di Piane di Montegiorgio. Finucci, che è accusato di omicidio volontario e porto d’arma o di oggetti atti a offendere, se n’era andato prima. Per poi essere raggiunto dall’altro. Pare che, nel mezzo, i due si siano sentiti al telefono. Saranno i cellulari a fornire le risposte. Altre arriveranno dalla nuova perizia disposta sul Dna dei due, che verrà effettuata il 17 agosto. L’altro aspetto è se i due, quella sera, fossero lucidi o no. Parla di «esito nefasto di una colluttazione affatto premeditata», la legale. «Erano amici. Mai Finucci avrebbe immaginato di trovarselo sotto casa con l’intenzione di fargli del male. Quando gli è stato detto che l’amico era morto non ci poteva credere».


Il gesto


«Ha tirato fuori il coltello per impaurire e fermare Marini che è arrivato a folle velocità con l’intenzione di investirli». Finucci e la donna che era con lui in via dei Sibillini, contesa dai due amici. Per ora l difesa non chiederà gli arresti domiciliari. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico