Le vongolare, lo studio sui fondali oppure un piano di riconversione

Le vongolare, lo studio sui fondali oppure un piano di riconversione
Il mio articolo, che denunciava i danni ambientali delle vongolare ha scatenato la vivace, direi scomposta, reazione di Alleanza Pesca. Hanno detto che ho parlato a...

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Il mio articolo, che denunciava i danni ambientali delle vongolare ha scatenato la vivace, direi scomposta, reazione di Alleanza Pesca. Hanno detto che ho parlato a “vanvera” e che la ricerca contraddice se stessa. Sono costretto quindi a rispondere per dimostrare che quanto affermato dal Presidente dei vongolari è sbagliato. L’impatto delle vongolare non è un problema di quantità di vongole ma principalmente di danneggiamento dell’integrità degli habitat. E vorrei anche spiegare ad Alleanza Pesca e ai lettori che l’intento del mio articolo non è quello di “gettare un’ombra sul futuro di centinaia di imprese e migliaia di lavoratori” ma al contrario di progettare un futuro sostenibile per la pesca in equilibrio con l’ambiente. Gli ecosistemi marini sono un prezioso capitale naturale che appartiene a tutti, non certo ad uso esclusivo dei pescatori. Il fatto che le vongolare producano dei danni sull’habitat e su molte specie dei fondali, come ad esempio i ricci di mare detti Spatangidi, non può essere confutato. Non troverete nessuna ricerca scientifica né un solo biologo marino che potrà mai negarlo. Negare l’evidenza dell’impatto delle vongolare è sbagliato, perchè così facendo impedite al mondo della pesca di cambiare in meglio, di scegliere una pesca sostenibile e di avere un futuro. Dato che mi sono state rivolte accuse di contraddire gli studi del CNR e delle università, prima di rispondere, ho chiesto informazioni al direttore dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine (Irbim) del Cnr, Istituto da decenni impegnato in ricerche di monitoraggio dello stato della risorsa e dell’impatto ambientale della pesca, il quale mi ha confermato che nessuno dei loro studi ha mai sostenuto che le vongolare non hanno alcun impatto sull’ambiente marino; al contrario, il fenomeno è noto. In studi pubblicati su riviste internazionali il Cnr ha dimostrato l’impatto di questo tipo di pesca su molte specie dei fondali marini. I vongolari possono negare, ma è nel loro interesse economico farlo, mentre i lettori devono sapere che le vongolare hanno effetti devastanti sui fondali marini. È un po’ come se abbattessimo parte della foresta amazzonica per coltivare mais e soia. I coltivatori ne trarrebbero beneficio, ma la foresta e la biodiversità andrebbero perse e con esse perderemmo un bene comune. Purtroppo, è quello che è accaduto in Adriatico. Inoltre, in alcune aree costiere, le popolazioni di vongole sovra-sfruttate stanno diventando di taglia sempre più piccola. Da qui nasce la richiesta di autorizzare a pescare vongole sempre più piccole. Non possiamo continuare così. Negare gli impatti delle vongolare peggiorerà la situazione. Purtroppo, manca ancora la consapevolezza della necessità di passare ad una pesca ecologicamente sostenibile. Ci sono delle importanti eccezioni, con armatori che vogliono rendere meno impattante questo tipo di pesca, come nel caso dei Produttori “Bivalvia Veneto”, ma sono rare e ad oggi perdenti in un mondo in cui guadagna di più chi pesca senza rispettare le regole o illegalmente, ovvero senza rispettare il limite delle 0,3 miglia da costa. Nei corsi di biologia marina all’Università spieghiamo che un pesce lungo 60 cm produce 200-300 volte più uova di un pesce di 40 cm perché il numero di uova aumenta esponenzialmente con la taglia. La stessa cosa vale per le vongole. Più peschiamo in modo insostenibile e più riduciamo la taglia delle vongole e con essa la possibilità della risorsa di rinnovarsi. La Marine Stewardship Council, con la certificazione data all’Organizzazione di Produttori “Bivalvia Veneto”, lo ha voluto incoraggiare il tentativo di ridurre gli impatti, ma non può affermare che le vongolare non producano danni ambientali. Lo stesso Program Manager di Msc per l’Italia dichiara: “alcune “condizioni” (aree di miglioramento) dovranno essere soddisfatte entro 4 anni per mantenere la certificazione”. Quindi ripeto nessuno può affermare in coscienza che le draghe idrauliche non abbiano impatti. Faccio quindi una proposta pubblica a Alleanza Pesca: se veramente siete convinti che le loro vongolare non danneggino l’ambiente, mi offro per studiare gratuitamente gli effetti delle loro vongolare sui nostri fondali. Non solo, pagherò anche le vongolare per le giornate di lavoro perse. Possiamo condurre lo studio con tanto di televisione e giornalisti del Corriere Adriatico. Filmeremo quello che succede sul fondale prima e dopo il passaggio di una vongolara, useremo sonde sofisticate per studiare la qualità dell’acqua. Se credete di aver ragione facciamo questo studio, altrimenti cominciamo a pensare seriamente a un piano di riconversione delle draghe idrauliche verso altre attività eco-sostenibili.


*Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico