Lucifero non ci dà tregua sognando il Polo Nord

Lucifero non ci dà tregua sognando il Polo Nord
Gocciolo. Gocciolo e sonnecchio, la palpebra non vuol saperne di star...

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Gocciolo. Gocciolo e sonnecchio, la palpebra non vuol saperne di star su. Sudo nostop come tutti quelli che non hanno l’aria condizionata a palla. Faccio la sauna, gratuita e però obbligata. Gocciolo e sonnecchio e sogno. I have a dream. Sogno il Polo Nord, non climaticamente cambiato, il vento freddo tendente al gelido, staffilate gradite al gocciolante volto. Passano, incessanti, slitte cariche di coppe di White Lady. Le trainano le Renne di Babbo Natale, servizievoli instancabili anche quando non impegnate a consegnare regali. Mi godo il vento, il cocktail ghiacciato, una coppa, un’altra, per la terza aspetto. Bevono gli elfi, c’è un’elfa niente male, magari ci provo. Babbo Natale beve pure lui. Ammazza quanto trinca il vecchio. Eccede. Comincia a raccontare barzellette zozze trucidissime, le racconta male, biascicando, sbaglia pure i finali, la punch line di una storiella finisce in coda a un’altra. Continua a trincare di brutto e infine vomita, uno spruzzo portentoso raccapricciante, l’incanto è rotto, mi ridesto col desiderio di un White Lady, anche un Whisky and Cola andrebbe bene, o una birra, va da sé ghiacciata. Desiderio salutisticamente scorretto, in verità, come sottolinea il documento redatto da Ministero della Salute, un decalogo per affrontare i giorni del caldo che si gocciola. Tale documento, per una “Estate sicura”, è la seconda più bella notizia della settimana, leggi questa scarica di consigli e l’umore si impenna. (Per la notizia prima in classifica dovete pazientare un po’, concedetemi di far crescere la suspense). Utile davvero ce n’è uno, la raccomandazione di bere spesso - acqua e non mezza bottiglia di Verdicchio a botta - rivolto a chi, avanti con gli anni, non avverte lo stimolo della sete e potrebbe disidratarsi. Il resto è roba che un bambino di cinque anni mediamente tonto ci arriva da sé. Estraggo qualche perla dal mazzo, a random. «Sia in casa sia all’aperto, indossare abiti leggeri». Capito? Riponete subito nell’armadio la giacca a vento super imbottita e i due maglioni di lana da un chilo l’uno che stavate per mettervi. Non sono adeguati a Lucifero anticiclone. «Rinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro»: anche la stufetta è da riporre, e pensare che per trovarla avevo fatto tanta fatica. «Nelle ore più calde della giornata, evitare di praticare all’aperto attività fisica intensa o lavori pesanti». Specie se avete appena iniziato la digestione del megapranzo a base di pesce che vi siete concessi, aggiungerei. «Se si entra in un auto parcheggiata al sole, iniziare il viaggio a finestrini aperti o utilizzare il sistema di climatizzazione». Che a ‘sto punto potevano, anzi dovevano, specificare: «Propendendo per il climatizzatore, regolarlo in modo che diffonda aria fresca, non sahariana». Tutte cose così. Evidentemente al Ministero la pandemia gli ha dato alla testa, ritengono di dover fornire un protocollo per tutto. Seguiremo le rivelatorie indicazioni, si capisce. Tranne, per quanto mi riguarda, quella relativa al massivo consumo d’acqua (raccomandata a temperatura ambiente, inoltre). Scusa, Salutista Ministero, ma all’acqua credo d’essere allergico, non mi va giù, stappo una bottiglia di Bianchello fresco perfetto, evitando di tracannare, giuro. E passo alla notizia più esilarante della settimana lucifera: riguarda i geni che han tentato di procurarsi il Green Pass Fasullo via Telegram. Perché vaccinarsi no, eh? Nel vaccino c’è il grafene, il 5G, il microchip di Bis Ghéis, varie sostanze ed eventuali, e ognuna terribilissima. Meglio dare i propri dati personali a tizi dichiaratamente operanti al di fuori della legge, vero? Li immagino stupefatti, una volta smascherati ai controlli, e per giunta ricattati dai gentiluomini fornitori di documento farlocco. Ora, noi italiani abbiamo fama di popolo di furbi. E la furbizia è pur sempre una forma di intelligenza, sebbene deteriore. Qui invece c’è qualcuno, migliaia di persone secondo le stime fornite dalle forze dell’ordine, che ha certificato la propria immersione negli abissi dell’idiozia. E allora chiedo scusa al Ministero Salutista per aver sbeffeggiato il decalogo estivo. Sarà pure, per molti, un’infilata di ovvietà. Ma ad alcuni può tornare utile.

*Opinionista e critico cinematografico

 

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Corriere Adriatico