Partita la grande corsa a fertilizzanti e granai. E torna l’olio di palma

Partita la grande corsa a fertilizzanti e granai. E torna l’olio di palma
I nuovi re del food potrebbero diventare loro, i produttori di fertilizzanti a base di potassio e azoto, materie prime a basso costo, ma anche chi sforna fertilizzanti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

I nuovi re del food potrebbero diventare loro, i produttori di fertilizzanti a base di potassio e azoto, materie prime a basso costo, ma anche chi sforna fertilizzanti alternativi, come i rivestimenti per semi, o erbicidi.

È un altro degli effetti con i quali deve fare i conti un’economia mondiale senza Russia, il maggiore esportatore al mondo di fertilizzanti, e a caccia di efficienza anche nell’agricoltura. Ma tra i “promossi” della rivoluzione in corso che beneficeranno dell’aumento dei prezzi nel settore alimentare ci sono anche i produttori di pesce, una forma alternativa di proteine alla carne. Inoltre, le industrie di olio di palma e chi lavora il grano, dicono gli esperti di Credit Suisse.

POTASSIO E AZOTO

 In prima linea ci sono i produttori di potassio, non colpiti dai costi stellari del gas. Operano in un mercato molto concentrato, raccolgono i frutti del minor potassio in arrivo da Mosca e Minsk, e sono anche aziende a buon mercato in Borsa. Poi ci sono i produttori di azoto: soprattutto quelli a basso costo sono destinati a guadagnare quote di mercato. È il caso di OCI NV, sede in Nord Africa e buon accesso al solare, oppure dell’americana CF Industries. Tra i produttori di erbicidi è da tenere in buon conto Bayer, che dall’agricoltura raccoglie il 46% dei ricavi, con gli erbicidi al 12%, i fungicidi al 7% e gli insetticidi al 3%. Mentre il 18% dei ricavi proviene dal settore delle sementi. L’aumento dei prezzi del carburante potrebbe avere un effetto a catena sui prezzi del mais, dato che circa il 40% di quello statunitense viene utilizzato per la produzione di biocarburanti. Un’altra buona notizia per Bayer che macina più guadagni dal mais che dalla soia. Passando ai fertilizzanti alternativi, sviluppi promettenti si intravedono per la danese Novozymes, un campione di soluzioni bio come i microbi, naturali erbicidi che aumentano la produttività e tengono a bada i parassiti. Ma anche il produttore di rivestimenti per semi, Croda International, è tra i gruppi ben posizionati.

IL BUSINESS DEI CAMPI

 Tra i produttori di pesce riflettori puntati su Mowi, SalMar, Tassal Group e Nomad, specializzato in surgelati. Ma con Russia e Ucraina fuori dai giochi anche come principali produttori di semi e olio di girasole, torna di moda l’olio di palma prodotto da gruppi come Sime Darby Plantations e Genting Plantations. Mentre tra chi tratta i cereali, Credit Suisse punta su Bunge, ADM, o sui REIT per terreni agricoli di Farmland Partners e Gladstone Land, fondi di investimento immobiliari orientati all’agricoltura. Attenzione, invece ai colossi alimentari europei: non possono trasferire prezzi più elevati senza favorire i discount. 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico