ANCONA - Superano i 400mila euro gli investimenti messi in campo da Food Brand Marche (associazione produttori agroalimentare Marche) per la promozione dell’agroalimentare...
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Le nostre eccellenze
Nel complesso, il progetto valorizza le eccellenze di una filiera da quasi 3 miliardi di euro di Pil (l’8,5% del Pil regionale) con circa 43mila imprese coinvolte (elaborazione Nomisma Agroalimentare su dati Istat 2017). A dare l’esempio il comparto vino, che in termini di investimenti promozionali, gioco di squadra e risultati rappresenta una case history a livello nazionale, grazie anche alla sinergia tra i due consorzi regionali, l’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) e il Consorzio vini piceni, entrambi parte di Food Brand Marche. Infatti, secondo l’indagine Nomisma Wine Monitor, presentata allo scorso Vinitaly, ogni milione di euro investito in promozione nei Paesi terzi dalle Marche ha generato un ritorno nell’export di vino per 7,5 milioni di euro. Una gestione virtuosa dei fondi Ocm e Psr che negli ultimi 15 anni ha incrementato l’export vinicolo marchigiano dell’85%. Così Food Brand Marche parte proprio dall’aggregazione. Nata nel 2017 dall’unione di Cooperlat, Fattorie Marchigiane, Bovinmarche, Bio Marche, Consorzio Vini Piceni, Imt e Società Agricola Biologica Srl, (con l’ingresso del Consorzio del Prosciutto di Carpegna e quello dell’Olio di Cartoceto Dop, con il 99% dei consorzi operante in nella Regione) l’associazione è tra le prime compagini regionali italiane ad riunire sotto un solo marchio l’intero comparto agroalimentare del territorio, per la promozione congiunta di 35 i prodotti Dop, Igp e Stg regionali, dalle eccellenze enoiche ai prodotti alimentari di qualità.
Un fatturato importante
Una realtà che raggruppa già oltre la metà del Pil wine & food della regione, con 3mila imprese agricole coinvolte e un fatturato aggregato di circa 750 milioni di euro. «L’obiettivo - sostiene Alberto Mazzoni, direttore di Food Brand Marche e Imt - è creare un sistema che non pregiudichi le peculiarità di ciascun territorio ma che al contrario le coordini, affinché anche le realtà più piccole possano affrontare i mercati internazionali. Solo così si può contribuire alla crescita di un settore, quello agroalimentare, che rappresenta sempre più una valida scelta anche per i giovani in risposta alla crisi. Una ricetta per guardare al futuro - ha concluso Mazzoni - possibile anche grazie alla condivisione di intenti con il vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Marche Anna Casini, per puntare su ciò che rende unica la nostra regione nel mondo: dalla qualità dei nostri prodotti agroalimentari all’innovazione e dalle bellezze del territorio fino alla cultura e alla coesione sociale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico