Fisco, aumenta l'evasione in ristoranti e bar: metà dei conti senza scontrino

Scontrini
ROMA - Continua a crescere l'evasione quotidiana, quella degli scontrini fiscali mai emessi o irregolari. Più della metà degli acquisti nei negozi e dei...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA - Continua a crescere l'evasione quotidiana, quella degli scontrini fiscali mai emessi o irregolari. Più della metà degli acquisti nei negozi e dei conti pagati degli italiani, al bar e al ristornate ma anche in case vacanza e bed & breakfast, sono in nero. È quanto emerge da un'indagine dell'Adnkronos, effettuata con la collaborazione di diverse associazioni di categoria e dei consumatori sul territorio: in un mese di monitoraggio, dal 1 aprile al 1 maggio 2016, risultano non in regola con le ricevute fiscali il 54% degli esercizi commerciali. La stessa rilevazione, un anno fa, aveva fatto registare il 51% di irregolarità.


Il dato, quindi, peggiora. Tanto che il Governo è corso ai ripari e lo scontrino, dal 2017, andrà in pensione.  Il fenomeno, diffuso in tutta Italia, assume proporzioni diverse da regione a regione. Si raggiungono punte vicine all'evasione totale in diverse città del Sud: a Napoli lo scontrino non esiste nel 78% dei casi; a Bari si arriva al 66%. Ma anche a Roma si sfiora il 60%, il 57%, di ricevute fiscali irregolari. Va relativamente meglio al Nord: Genova si conferma la città a più alto tasso di lealtà fiscale, con una quota di evasione intorno al 20% (18%); Milano e Torino raggiungono il 35%.  Si tratta dell'evasione fiscale quotidiana, quella che nasce da piccoli importi ma che accumula cifre consistenti su tutto il territorio nazionale. Dai conti della pizzeria appuntanti sul bordo di una tovaglia di carta, al classico cornetto e cappuccino pagato direttamente al bancone del bar. Passando per piccoli alberghi e bed & breakfast che non rilasciano la ricevuta fiscale per il pernottamento. Fino ai macellai, ai fruttivendoli e agli alimentari che tengono spento il registratore di cassa. 

 LE SANZIONI. Nei casi di mancata emissione dello scontrino o della ricevuta è prevista una specifica sanzione solo per il commerciante e non in capo al cliente. La Guardia di Finanza, nel più ampio contesto della lotta all'evasione fiscale, si avvale dei poteri conferiti dalla legge per contrastare tutti quei comportamenti non conformi alle regole imposte dal legislatore (mancato rilascio, emissione irregolare).  

IL RUOLO DEL CLIENTE. È buona prassi che il cliente chieda sempre l'emissione del regolare documento fiscale. Oltre a richiedere il documento a fronte del pagamento effettuato, dovrebbe controllare anche l'esattezza dei dati fiscali riportati su tali documenti. Importante è verificare che l'importo corrisposto sia lo stesso riportato sul documento fiscale.  


QUANDO NON SERVE. Esistono operazioni per le quali è previsto l'esonero dell'emissione dello scontrino o della ricevuta fiscale, quali, ad esempio, le cessioni di tabacchi, di carburanti per l'autotrazione, di giornali e beni mediante distributori automatici funzionanti a gettone o a moneta. Altri casi di esonero del rilascio dello scontrino o della ricevuta sono previsti per i conducenti di taxi (i quali, tuttavia, in caso di specifica richiesta del cliente, sono tenuti al rilascio della fattura) e per altre attività considerate minori (ciabattini, ombrellai ed arrotini). Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico