La tua segnalazione a Corriereadriatico.it «Grandi opere, a quando le Marche?»

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Si fa un gran parlare di grande opere e in particolare d'infrastrutture, ma con l'occhio rivolto soprattutto al nord Italia. Credo però che anche le Marche abbiano qualcosa da dire in proposito, anzi molto. Faccio solo due esempi: il collegamento ferroviario Ancona-Orte-Roma e la strada di grande comunicazione Fano-Grosseto. Si tratta di due infrastrutture che da decenni, ahimè. attendono interventi risolutivi affinchè le Marche possano aprirsi agli scenari commerciali, economici, turistici che privilegiano il versante occidentale dell'Italia.


La ferrovia Ancona-Roma è andata diminuendo d'importanza, conoscendo una costante disattivazione di stazioni e impianti decisamente obsoleti, l'hanno ridotta a una linea utile solo allo spostamento dei pendolari, quasi esclusivamente studenti e lavoratori che hanno orari di spostamento pressochè sempre uguali e concentrati su specifiche fasce dei giorni feriali. Gioachino Rossini non era entusiasta dell'avvento del trasporto in treno e non aveva granchè entusiasmo dei "temerari" che si spostavano per l'Europa usando il nuovo mezzo a vapore. D'accordo che siamo nel culmine delle celebrazioni dell'anniversario della sua morte, ma ciò non significa che i marchigiani debbano rinunciare a viaggiare in treno!

La superstrada Fano-Grosseto è ormai una scandalosa incompiuta, ridotta a servire il solo traffico locale e non più destinata a realizzare quello "scavalcamento" dell'Appennino che era al primo posto in sede di progettazione. Questo nonostante siano ancora presenti forte potenzialità di scambio commerciale tra i distretti pesaresi e i bacini produttivi di Umbria e Toscana, per non parlare delle interazioni sul fronte turistico.

Due esempi dei tanti che si registrano nelle Marche, ma per i quali non sembra vi siano sufficienti sollecitazioni verso gli organismi di governo nazionale, nonostante la folta pattuglia di parlamentari qui eletti  ad esso legata.

Cordiali saluti.

Nazzareno Tittarelli Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico