La tua segnalazione a Corriereadriatico.it «La provinciale del Conero è pericolosa? Non è una pista. Rispettiamo tutti le regole, lo sarà di meno»

L'incidente in cui è rimasta ferita Laura Campanella, sulla provinciale del Conero vicino alla Vedova
Da Osvaldo Federici riceviamo e pubblichiamo questo contributo sulla pericolosità della strada proviciale del Conero. ...

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Da Osvaldo Federici riceviamo e pubblichiamo questo contributo sulla pericolosità della strada proviciale del Conero.


«Buongiorno, i recenti incidenti avvenuti sulla strada provinciale 1 del Conero mi portano ad alcune riflessioni. Così come accade in mare, dove tutti hanno diritto di andare sia il sub col segnalatore, sia il sup o il windsurf, basta rispettare le regole, e gli altri. Così dovrebbe essere la strada. E’ indubbiamente vero che runners e cilisti in marcia sin dalla primavera, portino ulteriori criticità ma, a meno che i podisti non corrano a braccia aperte o non vi sia il solito gruppo di biciclette affiancate, per dovere di onestà occorre tenere ben presente il comportamento di tutti coloro che usano la provinciale. 

«Innanzitutto col bel tempo arrivano nei weekend decine di motociclisti che, vestiti con tutine di pelle neanche fossero in pista, testano la loro abilità e ogni tanto qualcuno ciclicamente si fa male, se va bene. E’ una corsa a tutto gas, tanto che il rombo si sente anche se si passeggia in mezzo al monte Conero, vanificando la ricerca di silenzio e tranquillità. 

«Poi nel periodo estivo vi sono alcuni turisti che non conoscendo il posto e soprattutto non leggendo i cartelli stradali, arrivano sparati oltre i limiti.

«Ma chi davvero tiene un atteggiamento a dir poco irresponsabile, siamo “noi” anconetani che andiamo al mare a Portonovo. La corsa, forse motivata dall’ansia di non trovare posto nel parcheggio o spazio per il telo in spiaggia, inizia girando la chiavetta del mezzo. Quasi nessuno rispetta il limite consentito che è di 60 km/h, e che si riduce nei punti più pericolosi. I più non osservano nemmeno la striscia continua e sorpassano con scooter o auto in modo avventato i mezzi che “intralciano la corsa procedendo a velocità di legge”. Forse pochi sanno che uscendo da Pietalacroce il limite è di 40 km/h, mentre scendendo nella baia dalla rotatoria soprastante sino ai parcheggi vi sono i 30 km/h! Se vi capita di scendere nelle ore in cui la giornata è finita, cioè dalle 18:30 del fine settimana, allora vedrete orde di motorini, e addirittura qualche auto, che proprio nel tratto citato sorpassano auto e navette senza il minimo rispetto per chi proviene dalla parte opposta. Non si capisce bene perché la corsa sia iniziata di nuovo, c’è forse paura di trovare occupato il posto a tavola. Del resto chi compra le due ruote in Italia lo fa unicamente per un motivo: arrivare prima. E quindi non esistono linee di mezzeria, né file al semaforo in galleria, perché allora si dovrebbe aspettare la navetta nella strettoia o addirittura il guidatore che rispetta i limiti?

«Prendere l’autobus per Portonovo è altresì pericoloso perché solo il 94 scende in piazzetta, altrimenti si esce sul guardrail e si deve sperare di non essere investiti: l’erba e le piante ai lati della carreggiata alla data del 9 luglio non erano stati tagliati, non esiste un percorso pedonale, né una pista ciclabile per cui pedoni e ciclisti devono per forza di cose camminare dentro la carreggiata. 


«Possiamo infine chiudere con una nota di consolazione, la strada provinciale 1 del Conero è pericolosa sì ma più o meno limitatamente ai mesi di affluenza alle spiagge, mentre la Statale nei pressi della “zona frana” o via Brecce Bianche sulla strettoia dopo l’Università, senza marciapiedi lo sono tutto l’anno». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico