Boom di richieste per fare il bidello Tra gli aspiranti anche tanti laureati

Boom di richieste per fare il bidello Tra gli aspiranti anche tanti laureati
ROMA - Malgrado tutti i problemi che l'affliggono, la scuola italiana rimane un saldo punto di riferimento per tantissimi aspiranti lavoratori. Lo testimonia il boom di...

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ROMA - Malgrado tutti i problemi che l'affliggono, la scuola italiana rimane un saldo punto di riferimento per tantissimi aspiranti lavoratori. Lo testimonia il boom di domande, probabilmente superiori al milione, presentate in questi giorni per essere collocati nella terza fascia delle graduatorie d'istituto al fine di candidarsi a svolgere, per brevi periodi, mansioni di assistente amministrativo o tecnico, ma anche per fare il collaboratore scolastico. Non solo: tra gli aspiranti impiegati della scuola è presente un sempre più folto nucleo di giovani laureati e con titoli di vario genere. Le graduatorie utili alle convocazioni per le supplenze di breve durata, che verranno poi utilizzate fino al 2017, saranno pubblicate dopo le festività natalizie. L'obiettivo di tutti i candidati è quello di essere convocati e raggiungere il prima possibile il “tetto” dei 24 mesi di servizio, la soglia che permette di poter essere collocati in un livello di graduatoria più vantaggioso, da dove è possibile sottoscrivere supplenze annuali e l'assunzione a tempo indeterminato. Tuttavia l'eventualità dell'immissione in ruolo deve fare i conti con i tagli agli organici degli Ata che hanno contrassegnato gli ultimi anni e che proseguiranno anche nel 2015, dal momento che nella Legge di Stabilità è inserito un piano di dematerializzazione che porterà meno personale nelle scuole. ”La scelta di razionalizzare gli organici del personale non docente confligge con quella dell'aumento esponenziale dei compiti assegnati alle scuole”, commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, in quanto “con l'entrata a regime dell'autonomia scolastica, che ha assegnato alle segreterie scolastiche un carico di competenze degli uffici ministeriali, occorrerebbero infatti un numero sicuramente maggiore di unità di personale Ata”.




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Corriere Adriatico