BOLOGNA - Nessun convegno, nessuna giornata di studi, nessun incontro su Umberto Eco e sulle sue opere, sul suo pensiero e sulla sua vita per almeno dieci anni. La richiesta...
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La moglie Renate ha riferito questa richiesta postuma alla semiologa Patrizia Violi, che dirige la Scuola superiore di studi umanistici fondata da Eco: la professoressa ha avuto così il compito di diffondere l'ultimo "scherzo" del professore, morto il 19 febbraio scorso a Milano all'età di 84 anni.
"È un elemento della sua genialità - ha detto il rettore dell'università di Bologna, Francesco Ubertini -. L'ho appreso con un sorriso perchè credo che rappresenti bene la figura di Eco, e lo capisco. Rispetteremo senza dubbio il suo volere".
Per l'ex rettore dell'Alma Mater, Ivano Dionigi, amico di lunga data del semiologo, con questa scelta Eco "ha dimostrato che è di un'altra categoria. È fuori quota lui. Umberto Eco è la prova vivente che non siamo tutti uguali". La notizia è stata riferita pubblicamente domenica nel corso della cerimonia per l'intitolazione ad Eco della piazza coperta della Sala Borsa, la grande biblioteca pubblica di piazza del Nettuno, in pieno centro a Bologna.
"La notizia ci è stata data dalla professoressa Violi domenica - ha detto l'assessore di Bologna alla Cultura e ai rapporti con l'Alma mater, Davide Conte - quando stavamo inaugurando la piazza coperta della Sala Borsa con il sindaco Virginio Merola e il rettore Ubertini. Il nostro non era un convegno sul professore, ma solo un'iniziativa per ricordarlo. Comunque non abbiamo in programma convegni per il futuro".
Gli allievi più stretti del professore hanno intenzione senza dubbio di rispettare l'ultima volontà di Eco e non organizzeranno convegni e giornate di studio, nè vi parteciperanno se dovessero essere organizzate da altri. È difficile però che la richiesta postuma venga rispettata all'estero, negli Stati Uniti o in altri Paesi, dove è grande la fama dello scrittore. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico