La "selfite" è una malattia: il disturbo mentale di chi si scatta troppi selfie

La "selfite" è una malattia: il disturbo mentale di chi scatta troppi selfie
Il bisogno ossessivo di postare selfie, definito 'selfite' secondo un termine coniato nel 2014, è un vero e proprio disturbo mentale. Parola di alcuni psicologi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il bisogno ossessivo di postare selfie, definito 'selfite' secondo un termine coniato nel 2014, è un vero e proprio disturbo mentale. Parola di alcuni psicologi della Nottingham Trent University e della Thiagarajar School of Management in India, che in uno studio pubblicato sull'International Journal of Mental Health and Addiction, hanno esaminato il fenomeno scoprendo che non solo esiste ma ci sono tre categorie: quella cronica, quella acuta e quella borderline.


La 'selfite' si definisce cronica quando vi è un incontrollabile bisogno di scattare foto a sé stessi, 24 ore su 24, postandole su Facebook e Instagram più di sei volte al giorno; è borderline se si scattano selfie almeno tre volte al giorno, ma senza necessariamente pubblicarli sui social media, mentre è classificata come acuta se si fanno molto autoscatti e tutti poi sono effettivamente pubblicati online. Per arrivare a questa classificazione è stato svolto un sondaggio su 400 persone in India, Paese che ha molti utenti Facebook e che ha il più alto numero di morti correlate a selfie 'pericolosi'.

È stata realizzata anche una vera e propria 'scala della selfite', che in 20 affermazioni alle quali rispondere attraverso l'attribuzione di un punteggio fino al massimo di 5 aiuta a scovare la categoria di questo disturbo nella quale si rientra (quella più grave è la cronica). All'interno vi sono frasi del tipo "Guadagno molta attenzione postando selfie sui social network" o ancora "Fare selfie migliora il mio umore e mi fa sentire felice". Non tutti gli studiosi sono però d'accordo sul fatto che la 'selfite' esista, anzi per alcuni è il solo 'darle un nome' che la rende reale.
    Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico