Zaia: "Stop ai profughi, in Veneto siamo ormai alla saturazione"

L'audizione di Zaia oggi a Roma
ROMA - Zaia a gamba tesa sulla questione profughi: «I flussi dei migranti vanno bloccati sui territori di partenza. Questa vicenda non deve risolversi con una 'guerra'...

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ROMA - Zaia a gamba tesa sulla questione profughi: «I flussi dei migranti vanno bloccati sui territori di partenza. Questa vicenda non deve risolversi con una 'guerra' tra poveri, ma è bene ricordare che la mia Regione è arrivata alla saturazione e a breve ci arriveranno anche altri territori». Il governatore veneto, Luca Zaia, si è espresso così nell'audizione al Comitato Schengen dedicata all'immigrazione.


Una posizione condivisa anche dal nuovo sindaco di Venezia. In Friuli tornano i poliziotti alla frontiera. Si comincia già oggi in Friuli Venezia Giulia, al valico italo-austriaco di Coccau, a Tarvisio (Udine): per arginare l'ormai dilagante fenomeno dell'immigrazione clandestina cambia il "modulo dei controlli" che diventano serrati e a tappeto: lo conferma ilQuestore di Udine, Claudio Cracovia: «Ci siamo adeguati alla situazione in essere - spiega -; non più controlli a campione ma minuziosi, capillari, sui veicoli in ingresso, con controlli anche sulle canalizzazioni».



Già oggi, ma in particolare domani, giovedì 18 giugno, al confine italo-austriaco, si può dire quindi che saranno ripristinati i controlli preSchengen.



L’area di Tarvisio (Udine) la “porta” nord della Penisola per l’ingresso dei clandestini della rotta balcanica, sarà presidiata insomma, di fatto, come un tempo, con le forze dell’ordine al valico. Non faranno parte di questi speciali monitoraggi le forze dell'ordine austriache ma solo la polizia italiana.







Le partenze dall'Africa, ha osservato il governatore, «sono una sorta di esodo biblico, di diaspora, che sta interessando per intero quel continente». Il Veneto «rappresenta un modello in Italia per la qualità dell'accoglienza: i migranti presenti sono circa 517mila, di cui 42mila senza lavoro, peraltro in un territorio che complessivamente conta 170mila disoccupati».




Ora, ha aggiunto, il Veneto è una delle regioni con il maggior numero di migranti, con l'11% di presenze, insieme al Lazio (13%) e Lombardia (23%). Finora la regione ha ospitato 3.966 migranti - e anche altri 7mila poi fuoriusciti - coordinati dalla Prefettura, «dalla quale proprio questa mattina - ha annunciato Zaia - ho saputo che sono in arrivo altri 250 migranti. Ma noi non abbiamo più spazio e l'unica soluzione tecnicamente percorribile possono essere le tendopoli, che tuttavia continuano a non sembrarmi dignitose».



Sulla capacità di accoglienza dei Comuni, il governatore ha spiegato che «in questo momento sono soltanto 5 i comuni disponibili, e neanche sono del tutto convinti». Zaia ha poi evidenziato la necessità «di non inviare migranti nelle zone turistiche, come è successo ad esempio a Eraclea, in provincia di Venezia, dove alcune persone sono state sistemate in un albergo in centro: soluzione sbagliata, visto che la mia regione con il turismo riesce a metter su un fatturato di circa 17 miliardi. Se si fa così si rischia di mettere a rischio la stagione di queste località, magari con l'aiuto dei quotidiani tedeschi che hanno già pubblicato le foto di migranti sulle spiagge venete vicino agli ombrelloni dei turisti».



Il governo, ha aggiunto ancora il governatore, «non ha gestito bene la vicenda immigrazione, anche alla luce dell'impennata degli arrivi, passati dai 13mila del 2012 ai 43 mila del 2013, ma poi schizzati nel 2014 a 170 mila, fino agli attuali 58 mila, vale a dire il 10% in più rispetto ai primi sei mesi di un anno fa». Il rischio, ha concluso Zaia, «è che in un futuro vicino si arrivi al collasso sociale e, nel caso in cui si dovessero avviare i rimpatri, mi chiedo quanto verrebbe a costare a noi italiani l'intera operazione».
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Corriere Adriatico