Il fumo è nemico degli impianti dentali. Fra i fumatori accaniti il rischio di un fallimento dell'impianto dentale è il doppio rispetto a chi non fuma e aumenta...
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«Quando si parla di fumatori accaniti si intende persone che fumano dalle 10 sigarette in su.
Oltre a una mancata capacità dell'impianto di attecchire, in questi soggetti «aumenta anche del 50% il rischio di una successiva perimplantite, ovvero la formazione di infezioni ricorrenti, che obbligano il paziente ad assumere più farmaci, come antibiotici e antidolorifici, ma anche a spendere più soldi per le cure, con un progressivo deterioramento dell'osso che porta anche un progressivo fallimento di questi». Tre i fattori che concorrono ad aumentare il rischio biologico della malattia o del fallimento dell'impianto in chi fuma innanzitutto, spiega Landi, «il fumo aumenta l'infiammazione e lo stato infiammatorio di per sè riduce le difese immunitarie locali in particolare quella dei polimorfonucleati neutrofili che sono le prime sentinelle in grado di bloccare le infezioni. Inoltre sempre a causa della nicotina e dei prodotti derivanti dalla combustione diminuisce l'attività del microcircolo sanguigno e questo contribuisce a rendere più difficile la rimarginazione delle ferite. A peggiorare l'infiammazione c'è infine l'alta temperatura a cui sono esposti i fumatori a causa del calore dovuto alla combustione».
Questo non significa che chi fuma molto abbia preclusa questa possibilità. È importante però seguire alcuni accorgimenti. «Innanzitutto avere una meticolosa cura della pulizia dentale e della salute orale, ovvero maggior igiene quotidiana e una cura specifica da parte del professionista per controllare la parodontite prima di inserire gli impianti. Inoltre - conclude Landi - se il paziente non riuscisse a smettere di fumare è indicata una forte diminuzione del numero di sigarette, perché chiaramente fumarne 10 è diverso da fumarne 30». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico