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I russi avanzano ancora nel sud dell'Ucraina, con le truppe di Kiev esauste e a corto di munizioni che sono costrette sulla difensiva e oramai dipendono sostanzialmente dai droni per passare all'offensiva e colpire il nemico. Nelle ultime 24 ore Mosca ha annunciato la distruzione di 168 droni d'attacco lanciati verso obiettivi russi: uno di questi avrebbe colpito una base militare in Transnistria, secondo le autorità locali della regione separatista filo-russa in Moldavia, dove ora molti temono si possa aprire un nuovo e temibile fronte di guerra. Kiev, come Chisinau, ha bollato la notizia come un fake, una provocazione «orchestrata» da Mosca.
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A Tiraspol mille soldati russi
Quel che è certo è che a Tiraspol, capitale della Transnistria, sono già dispiegati oltre un migliaio di soldati russi: un attacco coordinato all'Ucraina che partisse da qui aprirebbe anche il fianco occidentale di Kiev, con il rischio di una letale morsa a tenaglia su tre fronti. Le truppe dell'Armata intanto continuano ad avanzare: il ministero della Difesa ha annunciato la «liberazione» di Mirnoye, nella regione di Zaporizhzhia. Secondo i blogger filo Cremlino, i soldati dell'Armata rossa hanno conquistato terreno anche sulla linea Rabotino-Verbovoe, nella zona di Shevchenko, e in altre località del vicino Donetsk. Ma si tratterebbe solo di di operazioni tattiche «apparentemente in attesa del caldo e delle strade asciutte», quando anche i carri armati potranno tornare all'assalto.
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Ucraina, situazione critica sul fronte truppe
Altrettanto critica la situazione sul fronte dei reclutamenti: dei circa 330mila soldati ucraini schierati, la gran parte è in servizio dall'inizio dell'invasione. Gli ufficiali sul terreno parlano di «morale basso», la mancata rotazione al fronte «uccide le motivazioni». Una nuova mobilitazione, che dovrebbe essere approvata dal Parlamento ucraino a fine mese, punta all'ambizioso obiettivo dei 500mila reclutamenti nel corso dell'anno. Ma la legge è controversa, ha scatenato un ampio dibattito su cui pesano certamente anche gli oltre 30mila morti annunciati da Volodymyr Zelensky, che secondo l'intelligence americana sono oltre il doppio dal febbraio '22. Armamenti e soldati, le chiavi di ogni guerra: a Mosca non fanno sconti, le mobilitazioni sono all'ordine del giorno e non si bada a spese. Il budget approvato da Vladimir Putin prevede quest'anno spese militari per oltre 128 miliardi di euro, pari al 7,1% del Pil, il 30% in più rispetto al 2023. Lo stima l'autorevole Sipri di Stoccolma, convinto che lo zar del Cremlino punti sulla vittoria in Ucraina entro dicembre.
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