ROVIGO (M.Bel.) - Potrà riprendere una vita normale e anche fare attività sportiva. Non agonistica però, ma solo perché la legge italiana non lo consente. Tutto questo pur...
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Un malore improvviso, il ragazzo si accascia ma viene prontamente soccorso grazie a un defibrillatore semiautomatico. «La presenza dello strumento è stata a dir poco determinante - spiega Loris Roncon, primario di Cardiologia a Rovigo - L'ambulanza ci avrebbe messo poco ad arrivare, trovandosi a due minuti di strada, ma nella migliore delle ipotesi il ragazzo avrebbe riportato danni irreparabili».
Il ricovero nel reparto di Cardiologia dell'ospedale di Rovigo è stato immediato, e tempestiva è stata anche la scelta di impiantare nel paziente un defibrillatore sottocutaneo. L'intervento, condotto da Francesco Zanon, responsabile della Divisione di elettrofisiologia, coadiuvato da Enrico Baracca e dal chirurgo Luisella Fogato, ha permesso di innestare un dispositivo meno invasivo rispetto agli altri casi. «In questo caso non ci sono fili a collegare lo strumento al cuore e non sono stati tagliati i muscoli - spiega Roncon - Il dispositivo è stato messo in mezzo alle fasce muscolari, in modo da evitare infezioni o altri tipi di problemi che, vista la giovane età, sarebbero potuti emergere nel corso degli anni».
Un tipo di intervento di cui non si contano molti casi a livello nazionale. Grande la soddisfazione espressa da Francesco Zanon: «Abbiamo creato una collaborazione tra competenze diverse che hanno contribuito alla realizzazione di una tecnologia molto avanzata». «Si tratta - aggiunge Baracca - di una nuova frontiera che offre prospettive importanti per prevenire la morte cardiaca improvvisa». Ora il ragazzo può tornare a correre e a giocare con gli amici: se si dovesse ripresentare lo stesso problema, il defibrillatore sottocutaneo si accorgerebbe dell'anomalia del battito ed entrerebbe in funzione automaticamente. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico