CASARANO «L’hanno trascurata e per questo l’abbiamo persa». È il rimpianto dei parenti di una donna di 73 anni, di Supersano, Rita Paiano, entrata...
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«C’è un procedimento in corso – conferma l’avvocato Mario Urso, legale dei familiari – ed è stata acquisita la cartella clinica. I parenti hanno fatto la denuncia, poi quando mi hanno conferito il mandato l’ho integrata chiedendo l’esame autoptico e il sequestro della cartella clinica. L’autopsia non è stata eseguita, presumo che la cartella sia già di per sé chiara. A quanto ci è stato riferito da alcuni testimoni non è il primo caso sospetto che si verifica, d’altra parte se non ci fossero i presupposti la Procura avrebbe già archiviato tutto. Un altro elemento che fa pensare riguarda la compagnia di assicurazione che copre la colpa medica dell’ospedale e che ci ha già contattati. Purtroppo c’è stata imperizia ed è stata un po’ trascurata. Aveva una zoppia e veniva apostrofata malamente – abbiamo prodotto l’elenco dei testimoni in Procura – come se e per la sua disabilità non fosse in grado di intendere». I parenti sono stati ascoltati a maggio scorso dalla polizia giudiziaria e la cartella clinica sequestrata, ma le indagini non si sono concluse.
Tutto ha avuto inizio il 17 marzo scorso, quando la donna fu portata in ospedale dai familiari per essere sottoposta a visita specialistica. «Il medico curante ci consigliò di farla visitare da un chirurgo – racconta il nipote, Giuseppe De Vitis – per questo prenotammo la visita all’ospedale di Casarano. Andammo nel reparto di Chirurgia generale e lo specialista ci consigliò il ricovero immediato per scongiurare complicazioni causate dai calcoli. E fu ricoverata quello stesso giorno. Mia zia non accusava alcun dolore. Fino al 25 marzo non aveva alcun disturbo ed è stata sottoposta ad accertamenti. Il 23 marzo ci dissero che il 27 l’avrebbero operata e che l’intervento non presentava alcun problema particolare».
Niente di allarmante dunque, sino alla notte tra il sabato e la domenica precedenti l’intervento, quando la donna accusò fortissimi dolori al basso ventre. «Quando andammo a trovarla la dottoressa di turno ci disse che per il forte dolore mia zia aveva avuto fibrillazione al cuore – ricorda il nipote – e i medici non si spiegavano i forti dolori all’addome.
Corriere Adriatico