Abusi sulla figlia della compagna, la bimba di 6 anni doveva fare l'attrice porno: chiesti 14 anni

Abusi sulla figlia della compagna, la bimba di 6 anni doveva fare l'attrice porno: chiesti 14 anni
MESTRE - Il massimo della pena possibile - 14 anni - per un uomo che è accusato di aver abusato sessualmente della figlia della compagna che all'epoca aveva appena sei...

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MESTRE - Il massimo della pena possibile - 14 anni - per un uomo che è accusato di aver abusato sessualmente della figlia della compagna che all'epoca aveva appena sei anni. L'ha chiesta il pubblico ministro, Giorgio Gava, al termine di una requisitoria in cui ha ricostruito l'orrore che avrebbe vissuto la piccola, spiegando anche il perché della sua richiesta così alta per un uomo, cinquantenne, che quella bambina chiamava papà e che avrebbe approfittato della convivenza familiare per aggredirla nella loro stessa casa. Un'altra storia terribile di violenza sessuale su minore, quella al centro di un processo che si sta celebrando davanti al Tribunale collegiale di Venezia, presieduto da Roberta Marchiori, giudici a latere Fabio Moretti e Sonia Bello. L'ultima udienza, l'altro giorno, è stata quella della discussione finale, con la requisitoria del pm Gava; con l'arringa del difensore, l'avvocatessa Lucia Coin, che ha chiesto l'assoluzione dell'imputato; e con la richiesta di risarcimento avanzata dalla parte civile, con l'avvocatessa Sabrina Bacchin. Il Tribunale, al termine, ha rinviato l'udienza al prossimo 26 ottobre per eventuali repliche delle parti e per la pronuncia dell'attesa sentenza.


LA DISCUSSIONE

I fatti contestati risalgono al 2018, quando l'indagine prese le mosse dalla denuncia della madre della bambina. In aula il pm Gava ne ha ricostruito le varie tappe. Tutto era cominciato da alcune macchie di unto sul divano di casa. La madre ne aveva chiesto conto ai figli, inizialmente senza ottenere spiegazioni. Solo dopo varie insistenze la bambina aveva ammesso di sapere come era state fatte, ma di non poterlo dire perché era un segreto tra lei e il papà che, se lo diceva, l'avrebbe picchiata. A quel punto la madre, preoccupata, l'aveva rassicurata e la bambina aveva raccontato di quelle notti passate con l'uomo di casa a guadare filmini pedo pornografici sul tablet, delle scene da imitare che lei non voleva fare, dell'uso dell'olio che aveva macchiato il divano. La bambina aveva anche indicato dove era nascosto il tablet, con la cronologia dei video pedo pornografici e una foto della stessa piccola. Immediata la denuncia da parte della donna che aveva lasciato la casa con i figli. Successivamente la bambina aveva ripetuto la sua terribile storia anche davanti ai giudici, in un incidente probatorio protetto.


Fatti da punire con il massimo della pena, per il pm Gava, che oltre alla violenza sessuale aggravata contesta all'uomo anche il materiale pedo pornografico. Al contrario, per l'avvocatessa Coin, difensore d'ufficio dell'imputato, il quadro accusatorio non sarebbe sufficiente e ci sarebbero contraddizioni tra i testimoni. Per la vittima l'avvocatessa Bacchin ha chiesto un risarcimento danni di 40mila euro. Il 50enne sotto accusa non si è presentato in aula. Ora rischia una condanna pesante.

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Corriere Adriatico