San Benedetto, sciopero al porto Da tre giorni senza pesce fresco

Tutto fermo da tre giorni al porto
SAN BENEDETTO  - Quello di oggi si avvia ad essere il terzo giorno consecutivo senza pesce fresco. La marineria sambenedettese torna infatti ad incrociare le braccia dopo due...

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SAN BENEDETTO  - Quello di oggi si avvia ad essere il terzo giorno consecutivo senza pesce fresco. La marineria sambenedettese torna infatti ad incrociare le braccia dopo due giornate di manifestazioni giudicate come infruttuose dagli stessi marittimi. Sul fuoco della polemica ci sono vari argomenti ma, su tutti, l’ormai famigerata legge 154 che prevede multe fino a 75 mila euro. Ma il risultato, in soldoni, è l’assenza di pesce fresco dai rulli del mercato ittico che dura ormai da tre giorni. Le barche sambenedettesi restano infatti ai box come la maggior parte dei pescherecci di stanza nei porti di tutta Italia. 

Martedì una delegazione di circa 40 marittimi era partita da San Benedetto alla volta della Capitale per una manifestazione di protesta di fronte al palazzo del Parlamento a Montecitorio mentre ieri un’altra delegazione di pescatori rivieraschi aveva raggiunto i colleghi, sempre a Roma, per un incontro con la commissione pesca. Incontro che però non ha dato gli esiti sperati così non c’è stata alcuna marcia indietro da parte delle marinerie che, salvo colpi di scena, questa mattina continueranno nella loro protesta. «Non è escluso – spiega il presidente dell’associazione Nati in Adriatico Pietro Ricci – che si possa tornare a Roma». Una nuova manifestazione dunque ma, questa volta, a piazza Venezia dal momento che a Montecitorio sono attese circa tremila persone provenienti dai luoghi del sisma per un’altra manifestazione di protesta. I problemi sono tutti legati alla nuova legge che introduce rilevanti modifiche al sistema delle sanzioni. Ma ci sono anche altri punti ormai da tempo spinosi come il pagamento del fermo biologico 2015 e 2016, il mancato snellimento e la semplificazione degli adempimenti per le licenze di pesca e la necessità di una diversa gestione delle politiche relative al mercato nel contesto della nuova Politica Comunitaria per la pesca. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico