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L’udienza d’appello si è tenuta ieri ad Ancona alla presenza del ricorrente Roberto De Berardinis, il suo legale Christian Lucidi e l’avvocato, ppresentante del Comune, Andrea Principi. Proprio l’avvocato Lucidi nei giorni precedenti l’udienza aveva depositato la notifica di richiesta di rinvio a giudizio emanata nei confronti della dirigente Talamonti per abuso di ufficio e mancata astensione alla commissione di disciplina per presunto conflitto di interessi.
La richiesta
«La richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Talamonti è stata emessa lo scorso 11 gennaio – spiega il legale Lucidi - e noi l’abbiamo prodotta assieme agli altri atti e alle memorie prima dell’udienza e se ne è discusso anche durante il dibattimento». Nei prossimi giorni è prevista la sentenza per quanto riguarda l’appello del dirigente.
La vicenda riguardante De Berardinis risale al marzo 2019 quando l’allora dirigente del settore affari generali, pur avendo timbrato regolarmente il cartellino, si assentò per partecipare al dibattimento di una causa civile presso il tribunale di Ascoli. Da qui la sospensione dal lavoro per 60 giorni con privazione della retribuzione. Sanzione disciplinare emessa dalla commissione, composta da una parte dell’organico dirigenziale del Comune presieduta da Talamonti. Nel maggio dello stesso anno De Berardinis aveva presentato ricorso al Tribunale di Ascoli che si era pronunciato rigettando il ricorso e imponendo il pagamento delle spese legali per 5.800 euro in capo al dirigente. Da qui il ricorso alla Corte di appello di Ancona. A questo punto si crea anche una questione amministrativa su come il Comune intenderà muoversi eventualmente nei confronti della dirigente al bilancio Talamonti che già nei mesi scorsi era stata rimossa dal servizio delle società partecipate proprio per potenziali conflitti di interesse avendo ricoperto la carica di presidente di Picenambiente.
Corriere Adriatico