Rapporto choc del ministero dell'Interno: «Allarme baby gang in Riviera»

Rapporto choc del ministero dell'Interno: «Allarme baby gang in Riviera»
SAN BENEDETTO - Che in Riviera ci fosse un problema di piccola criminalità minorile si sapeva. Diversi gli episodi di aggressioni che in questi ultimi mesi hanno visto...

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SAN BENEDETTO - Che in Riviera ci fosse un problema di piccola criminalità minorile si sapeva. Diversi gli episodi di aggressioni che in questi ultimi mesi hanno visto protagonisti gruppi di ragazzini, soprattutto nella zona centrale della città. Ma ora uno studio nazionale, dedicato a tale fenomeno, arriva a parlare di un’organizzazione alla base di tali fenomeni denominata “Mafia San Benedetto”. Al riguardo interviene il capogruppo della lista San Benedetto Protagonista, Emanuela Carboni, chiedendo un intervento dell’amministrazione comunale di fronte a un problema sociale e di ordine pubblico come questo.

 

Lo studio


Un dossier di 33 pagine stilato dall’Università Cattolica assieme ai Ministeri di Giustizia e dell’Interno dal titolo “Le gang giovanili in Italia” propone una fotografia sulla criminalità minorile organizzata in gruppi, presente in Italia. Un fenomeno legato, secondo gli studi, anche alla pandemia, che vede protagonisti giovani in età compresa tra i 15 e i 17 anni che agiscono in gruppi formati da meno di 10 ragazzi con membri quasi esclusivamente italiani. Gli atti criminali più frequenti a capo di queste gang sarebbero: spaccio di stupefacenti, risse, atti vandalici, furti ma anche disturbo della quiete pubblica e atti di bullismo. E tra questi gruppi dediti ad attività violente e devianti, quali la Banda di Casanova a Bolzano, la Gang del Kalashnikov a Trieste, La17 e La18 a Roma e La Z4 a Milano c’è anche La mafia San Benedetto che sarebbe presente proprio in Riviera. Un fenomeno quindi presente nel territorio e rilevato dalle forze dell’ordine. 

 


L’affondo


«La promessa di una task force per la sicurezza e l’ordine pubblico – afferma la consigliera Carboni - tanto sbandierata in campagna elettorale, non è mai stata operativa. Nel frattempo le periferie versano in serie e preoccupanti situazioni di abbandono, in centro di sera è tornato il caos e si registra la presenza di nomadi in più zone. Ma da una ricerca condotta dall’Università Cattolica, è emersa la presenza nella nostra città della cosiddetta “Mafia a San Benedetto “. La situazione è grave e sta peggiorando, occorre porvi rimedio al più presto con il coinvolgimento delle forze dall’ordine. Mi chiedo se il sindaco Spazzafumo sia a conoscenza di questa situazione o se la consideri realmente “atti isolati e di poca rilevanza” come la definì qualche mese fa in una sua dichiarazione sui giornali. Purtroppo è chiaro che l’amministrazione comunale navighi a vista, non ha tempo per la sicurezza dei cittadini, le priorità sono le poltrone da preservare ad ogni costo. Mentre i sambenedettesi quotidianamente assistono inermi ad un costante declino della città». Quindi si chiede un intervento celere.

 

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Corriere Adriatico