Quarantuno fiocchi rossi, uno per ogni donna uccisa: la protesta silenziosa contro la violenza

Quarantuno fiocchi rossi, uno per ogni donna uccisa: la protesta silenziosa contro la violenza
SAN BENEDETTO  - Quarantuno fiocchi rossi appesi alle colonnine delle balaustre che costeggiano l’Albula e manifesti con i nomi di tutte le donne uccide nel corso di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

SAN BENEDETTO  - Quarantuno fiocchi rossi appesi alle colonnine delle balaustre che costeggiano l’Albula e manifesti con i nomi di tutte le donne uccide nel corso di quest’anno. E’ stata questa la protesta silenziosa del gruppo di Libere tutte e di Nos alla panchina contro la violenza di genere proposta dall’amministrazione comunale. 

 


«Non abbiamo potuto che contestare l’ennesima operazione propagandistica dell’assessore alle pari opportunità Baiocchi – affermano le donne della lista Nos - che ancora una volta ha usato la sua carica per l’esatto opposto della sua mission: e cioè per negare ogni matrice sociale e culturale della violenza di genere. Abbiamo deciso di farlo, donne e uomini insieme, ricordando le 41 vittime di femminicidio in Italia dall’inizio dell’anno, per ribadire ancora una volta che la violenza di genere e la prevaricazione dell’uomo sulla donna sono endemiche nella nostra società e vanno contrastate con strumenti e pratiche specifici». Così sono stati applicati alle balaustre 41 fiocchi rossi recanti i nomi delle 41 donne uccise in questi otto mesi, e cartelli che ribadivano la necessità di affrontare il femminicidio come urgenza.

«L’azione è durata pochi minuti- raccontano gli esponenti di Nos -non appena ci siamo allontanati, l’assessore Baiocchi è tornato sul luogo e ha provveduto personalmente a strappare tutto ciò che avevamo allestito, nonostante non arrecasse alcun danno o impedimento e fosse solo una pacata protesta. L’immagine di un assessore alle pari opportunità che, dopo aver inaugurato una surreale targa alla memoria del proprio mandato, straccia i nomi di 41 vittime di femminicidio è qualcosa che mai avremmo pensato di dover vedere ma, a ben pensarci, ottimamente rappresenta il percorso politico di questi cinque anni di amministrazione nei quali ogni sforzo è stato fatto per negare ogni forma di prevaricazione maschile».

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico