Veleni e presunti conflitti d'interesse di consiglieri sulla società partecipata dal Comune

Un mezzo della Picenambiente
SAN BENEDETTO - Spunta un nuovo, possibile, conflitto di interessi all’interno del consiglio comunale sulla vicenda della Picenambiente. Questa volta gli occhi sono...

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SAN BENEDETTO - Spunta un nuovo, possibile, conflitto di interessi all’interno del consiglio comunale sulla vicenda della Picenambiente. Questa volta gli occhi sono puntati sulla consigliera Giselda Mancaniello che potrebbe avere una situazione di conflitto d’interesse mentre nel frattempo emergono i documenti e il rapporto epistolare che da mesi andava avanti tra sindaco, segretario generale e avvocato del Comune in merito alla vicenda che vede in campo la Picenambiente e la dirigente Catia Talamonti. 

 

I dubbi 

Il marito della consigliera di San Benedetto Viva, Giselda Mancaniello, risulterebbe tra i fornitori di Picenambiente. Situazione che potrebbe porre la consigliera in una posizione di conflitto anche solo potenziale. Un altro macigno che si scaglia sull’assise sambenedettese, dopo la situazione che ha visto la dirigente Catia Talamonti, in potenziale conflitto di interesse avendo un procedimento con la stessa partecipata. La Procura della Corte dei conti infatti ha aperto l’indagine dietro un esposto del 2017 a cui si è aggiunto quello presentato da Spazzafumo sempre per la mancata restituzione dei circa 80mila euro percepiti dall’ex presidente Talamonti come rimborsi spese durante il mandato. Denaro mai rientrato nelle casse comunali e oggi, per assurdo, a fare causa contro la Picenambiente, per recuperare tale somma, dovrebbe essere la stessa Talamonti, in qualità di dirigente alle società partecipate. Un incarico quest’ultimo che Spazzafumo le ha assegnato pur sapendo della questione in atto. Ma quale motivazione ha apportato a sua difesa la dirigente? Presto detto: il fatto che la Picenambiente non sia a controllo pubblico. Ecco quindi riemergere il riconoscimento del controllo pubblico oggi annunciato e promesso dal sindaco nella prossima delibera di ricognizione delle società partecipate. Annuncio di fronte al quale il consigliere Giorgio De Vecchis tuona: «Perché non modificare una delibera oggi che invece potrà essere rivista a dicembre? Non si spiega. Così come non è stato edificante l’atteggiamento dei consiglieri di maggioranza che hanno votato a favore di un bilancio che ha escluso la Picenambiente dalle società a controllo pubblico». Era il 24 agosto quando Spazzafumo scriveva al segretario Zanieri e all’avvocato Di Concetto che «Preso atto dell’acquisizione di documenti disposta dal sostituto procuratore presso la Corte dei conti e considerata la mancata restituzione dei soldi, che risulterebbero ingiustamente percepiti, da parte della Talamonti nonostante i vari solleciti, chiedo al legale di avviare azioni giudiziarie per il recupero delle somme». 
La richiesta


Richiesta a fronte della quale la Di Concetto replica in maniera puntuale spiegando come lei non sia mai intervenuta in tale vicenda dal momento che non ha mai ricevuto un incarico su questa storia e in una successiva lettera datata 1° settembre sempre l’avvocato spiega che la Talamonti avrebbe dovuto riversare i compensi nelle casse comunali. Tanto che in molti oggi si chiedano come di fronte a una doppia indagine non sia scattato un accertamento più approfondito nei confronti della dirigente comunale.

 

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Corriere Adriatico