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SAN BENEDETTO - C’è anche l’autorità giudiziaria croata a voler fare chiarezza sulla morte di Andrea Patacca. La magistrature dello stato dell’ex Jugoslavia ha infatti disposto un’autopsia sul corpo dell’istruttore di vela 47enne deceduto a Spalato dove si trovava insieme al team del Circolo Nautico Sambenedettese.
L’esame è finalizzato a fare chiarezza su cosa è accaduto nelle ore antecedenti al decesso e sulla decisione dell’ospedale di dimetterlo, dopo alcuni controlli, malgrado Patacca avesse accusato un forte malore tanto da rendere necessario l’intervento di un’ambulanza.
Ieri intanto al Circolo nautico c’era un clima assolutamente surreale. Chiusa la struttura che si trova nel cuore del porto di San Benedetto. Persino la presentazione del il progetto di turismo ecosostenibile Sailing for a blue life, che era improrogabile, è stata spostata di sede.
Igor Baiocchi, presidente del Circolo nautico, sta seguendo in prima persona tutte le fasi propedeutiche al rimpatrio. «Per il momento il corpo di Andrea è a disposizione delle autorità croate ma siamo pronti a predisporre il rimpatrio insieme alla famiglie. Sul posto è presente una persona che sta dialogando costantemente con le onoranze funebri e come sarà possibile organizzerà il suo rientro in Italia».
Patacca, nelle ore che hanno preceduto il decesso, aveva accusato un malore tale da rendere necessario l’intervento dell’ambulanza. In ospedale è stato sottoposto a dei controlli ma è stato dimesso. I medici lo avrebbero tranquillizzato parlando di un “colpo di calore”. Il malessere però è rimasto e il 47enne, nella notte, è morto. Lo hanno trovato senza vita nella sua camera d’albergo.
Ingegnere navale, dopo la carriera come velista agonista (gareggio’ anche con il presidente della Fiva, Francesco Ettorre, suo concittadino), Patacca diventò allenatore. Ha lavorato a Cervia, Civitanova e P.S.Giorgio, prima di approdare a San Benedetto, dove ha fatto fare al Circolo un notevole salto di qualità. Persona positiva, ha dato vita al team di giovani allenatori nel Laser e vela d’altura, fiori all’occhiello del Circolo sambenedettese. Tanti gli allievi cresciuti sotto la sua ala che ne ricordano con affetto la figura sia umana che sport iva. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico