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SAN BENEDETTO - L’estensione dell’arenile approda sui tavoli tecnici della Regione Marche. Il consigliere Paolo Canducci non ci sta alla tesi espressa dai vertici comunali e interpella la Regione inviando un quesito per conoscere il parere sulla questione “ombrelloni” che in questi mesi sta tenendo con il fiato sospeso i balneari.
Il caso
Tutto nasce all’indomani dell’estate 2022 che ha visto a metà stagione eliminate intere file di ombrelloni che si affacciavano sulla battigia, da parte della Capitaneria di Porto, visto che a fronte di un ampliamento della spiaggia non erano state riviste le misurazioni.
La risposta del Comune
Quesito a cui ha risposto il dirigente dell’urbanistica Giorgio Giantomassi: «L’estensione dell’arenile comporta una variazione della concessione demaniale già rilasciata nel senso ovest/est (cioè della sua profondità), anche senza trasformazione fisica di tipo urbanistico, edilizio o ambientale rispetto a quanto già assentito, comporta comunque l’applicazione delle norme del Piano di spiaggia del 2010 e il conseguente obbligo del concessionario di adeguarsi alle prescrizioni contenute nel documento. Quindi ogni tipo di variazione riguardante l’esercizio dell’attività commerciale di “stabilimento balneare” tra cui anche l’eventuale variazione dei punti ombra. In particolare, qualora il concessionario chieda di destinare l’area demaniale aggiuntiva alla posa di ombrelloni si dovrà assicurare anche il rispetto del Piano spiaggia».
Canducci dissente
Posizione quella dell’architetto Giantomassi obiettata dal consigliere Canducci: «Si continua a considerare la richiesta di estensione della concessione ovest- est prevista dal Codice della navigazione come una richiesta di adeguamento al Piano di spiaggia che al contrario non disciplina questa ipotesi. È una richiesta ingiustificata e presenterò lo stesso quesito alla Regione. Agli stabilimenti va chiesto di adeguarsi alle norme di accessibilità, di rispettare i limiti di decibel e le norme sul pubblico spettacolo, di non occupare le spiagge libere, di restare aperti al servizio dei cittadini e turisti anche dopo il 10 settembre e di non recintare a fine stagione in modo approssimativo e illegittimo, ma non di adeguarsi al Piano spiaggia se non si va a ristrutturare la concessione».
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Corriere Adriatico