San Benedetto, interrogato Spina "Quel terreno non era mio"

L'ex patron della Samb Sergio Spina
SAN BENEDETTO - "Quel terreno non era mio". Sergio Spina ha negato ogni addebito di fronte al procuratore capo di Ascoli...

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SAN BENEDETTO - "Quel terreno non era mio". Sergio Spina ha negato ogni addebito di


fronte al procuratore capo di Ascoli Michele Renzo che lo ha interrogato.

Si è tenuto questa mattina l'interrogatorio in carcere di Sergio Spina, l'ex patron della Samb arrestato insieme al maresciallo della Finanza Camposeo, in forza alla caserma di San Benedetto, e all'ingegnere di Cupra Sanguigni per i reati di corruzione, falso e riciclaggio. L’ex presidente della Sambenedettese calcio avrebbe dichiarato di essere completamente estraneo alla vicenda.



Spina ha chiarito al procuratore che il terrereno che l'accusa gli contesta di aver ceduto al maresciallo Camposeo in cambio di favori non era suo dal momento era diviso in tre parti tutte di proprietà delle stesse persone. Due terzi di quel lotto li avrebbe acquistati lui mentre la terza parte l’avrebbe comprata il maresciallo della Guardia di Finanza.



Spina inoltre ha affermato che quest’ultima compravendita non lo riguardava dal momento che la trattativa sarebbe stata tutta tra il militare e i vecchi proprietari. Secondo l'avvocato Voltattorni, che difende Spina, ci sarebbe anche il fatto che la vicenda avrebbe dovuto finire in prescrizione dal momento che i fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2005 e il 2007. “Le vicende del 2007 - spiega l’avvocato Francesco Voltattorni - sono cadute in prescrizione nel 2013″. L'ipotesi che si fa strada tra le stanze della procura è che gli inquirenti abbiano altro materiale a carico di Spina e degli altri due arrestati. Per ora sia Spina che Camposeo e Sanguigni restano in carcere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico