Imbrattatori senza freni nella pinetina del centro: contestato il Dpcm con le regole anti Covid

Imbrattatori senza freni nella pinetina del centro: contestato il Dpcm con le regole anti Covid
SAN BENEDETTO  - Ci mancava solo il murale anti-Dpcm. Si arricchisce ulteriormente il già vasto campionario di sfregi che deturpano la centralissima pineta di via...

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SAN BENEDETTO  - Ci mancava solo il murale anti-Dpcm. Si arricchisce ulteriormente il già vasto campionario di sfregi che deturpano la centralissima pineta di via Pasqualetti. Ultimamente, sulla martoriata “Casa del Giardiniere” è apparso un motto di eloquente avversità contro l’ormai famoso atto amministrativo scelto dagli ultimi due presidenti del consiglio dei ministri (Conte e Draghi) per fissare le restrizioni volte a contenere il contagio da Coronavirus.

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Evidentemente, tali restrizioni vanno troppo strette all’autore di questa “opera” che ha così, stupidamente, deciso di esternare il proprio dissenso. Al di là di questo nuovo atto vandalico, la storica “Casa del Giardiniere” (immobile pubblico nel cuore della pineta Pasqualetti) può ormai essere additata come, negativo, esempio delle continue prove di forza con cui gli imbrattamuri mettono all’angolo l’amministrazione comunale. 


Più volte ritinteggiata (la scorsa estate anche grazie ai giovani volontari del progetto sociale “Ci sto? Affare fatica”) quella palazzina è stata sempre nuovamente deturpata. Sempre la scorsa estate, dal Comune era filtrata la notizia che l’artista Giuseppe Veneziano era pronto a realizzarvi una pittura dedicata al grande fumettista Andrea Pazienza: iniziativa sospesa, in attesa del placet della Soprintendenza. Dunque, udite udite, quell’immobile sarebbe anche vincolato sotto il profilo delle Belle Arti. Viene da chiedersi: chissà se la Soprintendenza è a conoscenza del pietoso stato in cui attualmente giace la “Casa del Giardiniere”? UNA RIQUALIFICAZIONE MORTIFICATA - Ma, come se non fosse abbastanza, quello non è l’unico neo che imbruttisce l’estetica della pineta. Dopo la riqualificazione da 900mila euro avvenuta nel 2010, lo spazio verde nei pressi della Palazzina è stato continuamente preda di atti di teppismo. Tanto che, più volte, nel corso degli anni, si sono alzate voci allarmate tra le associazioni locali. Voci che chiedevano la recinsione del parco e la sua chiusura notturna.


Anche perché, tra molti giovani quell’area è conosciuta come una vera e propria piazza di spaccio, con traffici poco edificanti che avvengono soprattutto dopo il tramonto. «Noi già prima della conclusione del restyling ci eravamo proposti per gestire quel parco - disse nel 2013 Tonino Armata dell’associazione Città dei Bambini -. Potevamo anche occuparci dell’apertura e della chiusura, concordando gli orari con il Comune. Eravamo pronti a mettere in campo tante iniziative culturali. Poi - chiarì senza mezzi termini Armata - per ragioni politiche è saltato tutto. Il no dei Verdi, contrari alla recinzione da noi ritenuta fondamentale, ha compromesso la cosa». Così, con il trascorrere degli anni, quel polmone green nel cuore di S. Benedetto è diventato troppo spesso terreno di scontro (simbolico) tra vandali e tutori del decoro urbano.

 

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Corriere Adriatico