In mille per l'ultimo saluto al comandante Livio Capriotti

In mille per l'ultimo saluto al comandante Livio Capriotti
SAN BENEDETTO - Circa mille persone tra la chiesa e il sagrato hanno salutato per l'ultima volta Livio Capriotti, il giovane comandante affondato insieme alla sua barca la...

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SAN BENEDETTO - Circa mille persone tra la chiesa e il sagrato hanno salutato per l'ultima volta Livio Capriotti, il giovane comandante affondato insieme alla sua barca la sera del 3 dicembre.








Simona, la moglie di Livio, ha voluto che il loro piccolo accompagnasse il papà fino alla fine in quest'ultimo viaggio. Lo teneva in braccio a pochi centimetri dalla bara con il corpo del papà.



Circondata da amici e parenti in una chiesa stracolma di persone, lo ha tenuto tra le proprie braccia per l'intera durata della messa. Il tutto in un clima di dolore e profonda commozione. Il giorno del suo terzo anniversario di matrimonio come ha ricordato anche il vescovo Carlo Bresciani, nella sua toccante omelia di quell'inaspettata messa della seconda domenica dell'Avvento.



"Livio non è morto perché ha sbattuto con la barca contro gli scogli - ha affermato il vescovo -. Avrebbe potuto gettarsi in mare e si sarebbe salvato. E' morto perché in un atto di grande amore verso il suo lavoro e la sua famiglia ha cercato di salvare la sua barca, il patrimonio con il quale avrebbe potuto continuare a sostenere onestamente la sua famiglia".



Tantissimi i marittimi del porto Tra loro anche molto militari della Capitaneria. Presente il comandante della Guardia Costiera, Sergio Lo Presti, reduce da giorni davvero difficili, da quelle concitate ore in cui l'intera caserma si era mobilitata nel tentativo di trovare vivo il povero trentunenne, fino al lavoro di indagine portato avanti per ricostruire tutta la vicenda.



Presenti anche numerosi rappresentanti del mondo politico: a loro si è rivolto il direttore della Cooperativa Progresso Giuseppe Carucci ricordando la figura del comandante dello Stella Bianca: "Vi prego di non dimenticare la famiglia di Livio e vi invito a dare loro una degna sistemazione per il loro sostentamento essendo rimasti orfani di colui che provvedeva a mantenerli e a sostenerli".



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