San Benedetto, Comune spaccato sulla sanità locale. La maggioranza diserta l'incontro con il comitato dei cittadini

San Benedetto, Comune spaccato sulla sanità locale. La maggioranza diserta l'incontro con il comitato dei cittadini
SAN BENEDETTO - «In 5 anni ben 10 medici se ne sono andati dal Pronto soccorso preferendo ospedali come quello di Pescara nonostante sia molto impegnativo, è evidente...

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SAN BENEDETTO - «In 5 anni ben 10 medici se ne sono andati dal Pronto soccorso preferendo ospedali come quello di Pescara nonostante sia molto impegnativo, è evidente che qui qualcosa non funziona». A dirlo è il presidente del Comitato Salviamo il Madonna del Soccorso, Nicola Baiocchi, che assieme a Rosaria Falco ha tenuto un’audizione nel corso della commissione sanità che ha visto la totale assenza della maggioranza.  



«Nel nuovo piano sanitario regionale l’Utic di San Benedetto scompare – afferma Baiocchi – nonostante la Cardiologia di San Benedetto conti 676 ricoveri a fronte di 18 posti letto mentre in Ascoli con 26 posti letto si registrino 1.748 ricoveri. Così la Neonatologia dove abbiamo oltre 500 casi all’anno ma preferiscono mettere il reparto dove sta il capoluogo di provincia. Abbiamo la più alta mobilità attiva per la Chirurgia, l’Ortopedia e l’Oncologia. Nonostante tutto ci stanno smantellando per colpa della politica». E dalla presidente della commissione Aurora Bottiglieri è arrivato il monito: «Se i chirurghi scenderanno al Pronto soccorso chiuderanno le sale operatorie». Ma non solo i chirurghi. Rosaria Falco dalle fila del Comitato: «Il nostro non è nemmeno un ospedale di base. Ci hanno penalizzato dicendo che qui si fa l’emergenza, così personale e attrezzature sono state dirottate su Ascoli. La nostra Radiologia manca di tutto, dalle mammografie nuove alle risonanze, così come non esiste un angiografo». 

Chiesto un incontro alla giunta Acquaroli
 

Chiesto un incontro con la giunta Acquaroli da parte dell’ex sindaco Piunti, mentre Giorgio De Vecchis ha sottolineato come nelle altre zone delle Marche la mobilità attiva sia sempre ai confini, mentre la provincia di Ascoli conti una mobilità passiva diffusa causa carenza dell’offerta legata al depotenziamento. 



«La soluzione di una graduatoria di medici del Mazzoni e del Madonna del Soccorso a cui poter attingere è del tutto temporanea - promette il commissario Grinta - in attesa di un concorso a tempo indeterminato gestito dall’Inrca per medici della Medicina d’Urgenza. Si stanno varando ulteriori soluzioni, come un bando per assunzione di medici neolaureati per l’apertura di un terzo ambulatorio per i codici minori oltre alla messa in sicurezza dei codici di gravità con la scelta di uno specialista adeguato dell’ospedale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico