OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
SAN BENEDETTO - «Ho visto la morte in faccia» dice Massimo Mariotti, quarantenne autista della ditta Canali bus di Monteprandone con a bordo 47 fra seminaristi e chierichetti, dai 7 ai 13 anni, delle parrocchie di San Pio V e Madonna della Speranza di Grottammare e San Basso di Cupra Marittima. Mercoledì pomeriggio era alla guida del pullman che si è scontrato con un'ambulanza nella galleria Ca’ Gulino di Urbino, in cui hanno perso la vita i quattro occupanti del mezzo di soccorso. Subito dopo lo schianto ha raccontato l’accaduto ai soccorritori e alle forze dell'ordine, prima di essere trasportato con un’ambulanza al pronto soccorso di Urbino per eseguire gli esami diagnostici alla mano e al volto, dove aveva dolore, sangue, escoriazioni e contusioni.
Lo schianto
«Ho visto l'ambulanza invadere improvvisamente la nostra corsia di marcia e venirci contro – ha raccontato Mariotti -.
Il ringraziamento
Massimo non vuole essere considerato un eroe ma la sua decisione probabilmente è stata la salvezza dei passeggeri. A ringraziarlo pubblicamente è Sergio Flammini, papà del piccolo Luca, leggermente ferito nell’incidente. «È stato bravissimo a fare evacuare subito il bus». Cesarino Canali, molto scosso per l'incidente che ha coinvolto anche il suo autobus, ringrazia Dio per aver potuto riportare tutti i 47 della comitiva a casa sani e salvi, e dedica un pensiero alle persone scomparse: «Massimo, il nostro autista, fisicamente sta bene, naturalmente dopo tutto quello che è successo è ancora molto scosso psicologicamente».
I traumi
I medici gli hanno prescritto riposo e tranquillità per qualche giorno. Ha traumi leggeri e dovrà fare dei controlli, ma le sue condizioni di salute non sono preoccupanti. «Ci siamo subito organizzati con un altro pullman per andare a riprendere i passeggeri coinvolti nell’incidente e li abbiamo riportati a casa - spiega Canali - In seguito siamo tornati verso Urbino con un pulmino per riprendere le persone che erano in ospedale per controlli. Mercoledì notte tutti sono tornati a casa. Ringrazio il Signore che non è successo niente alla comitiva, anche se sono affranto per quelle povere persone che erano nell'ambulanza, che non ce l'hanno fatta. Mi addolora molto, perché svolgevano un servizio prezioso».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico