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ASCOLI Il caro energia oltre a creare problemi a imprese e famiglie, colpisce anche il sentimentalismo. Il tradizionale mazzo di fiori, offerto come gesto di stima o di amore oppure depositato sulla tomba dei propri cari, visto che mercoledì si celebra la Commemorazione dei Defunti, a causa degli aumenti potrebbe presto diventare un ricordo. Esagerazione a parte, il caro energia, come è noto, ha coinvolto tutti i settori, quindi anche quello del florovivaismo.
I costi
«I costi di acquisto per le merci e le materie prime, unitamente agli oneri accessori quali quelli sostenuti per il trasporto, hanno subìto aumenti che in percentuale si attestano fra il 40 e l’80%» afferma Gianluca Damiani, titolare sia dell’azienda Damiani Vivai, ubicata in via Ionio ad Ascoli, sia dell’unico negozio esistente nel centro storico, in Corso Mazzini, specializzato nella vendita al dettaglio di piante e fiori -. I rincari riguardano non solo l’energia e il gasolio per il riscaldamento delle serre, ma anche i film in polietilene, le reti tessute e quelle anti alga, le talee radicate e le giovani piante da ricoltivare, i vasi in plastica, i fertilizzanti, i presìdi fitosanitari e gli imballaggi vari».
I consumatori
Alla domanda se detti rincari ricadano tutti sulle spalle dei consumatori, l’imprenditore florovivaista Damiani ritiene di no: «Assolutamente no, altrimenti perderemmo una buona parte dei nostri clienti.
I fiori della prof
«La gran parte dei fiori, meglio conosciuti come i fiori della prof., posti in vendita, sono di nostra produzione – dice Rosanna Migliori Collina, titolare dell’esercizio il cui punto vendita è posto davanti all’ingresso principale del cimitero ascolano -. Al pari delle altre aziende, anche la nostra è stata colpita dai rincari energetici. Abbiamo contenuto i prezzi lavorando molto sulla quantità venduta ma, sui fiori d’importazione, c’è stato un aumento causa le maggiori spese di trasporto. C’è un ritorno all’acquisto sia dei crisantemi, il cui costo varia da 1,50 a 3 euro secondo le dimensioni del fiore, sia dei mazzi di fiori semplici il cui costo varia dai 4 ai 5 euro in base alla varietà del fiore. La fiala contenente l’orchidea oscilla da 2,50 a 3 euro. A proposito delle fiale di plastica – prosegue l’interlocutrice – lo scorso anno duemila fiale le ho pagate 50 euro, quest’anno mille fiale mi sono costate 75 euro. Ogni commento sui rincari mi sembra superfluo». «Non posso che confermare quanto riferito dagli altri esercenti sui rincari – prosegue Anna Grazia Calò, titolare del punto vendita ‘La Fioreria’ con negozio in via Napoli –. Un piccolo esempio che rende bene l’idea è questo; lo scorso anno un cartone di spugne costava 17 euro, oggi lo stesso prodotto ne costa 27. E così lo è stato per i fiori, i vasi di ceramica e tutti gli altri prodotti; vendo gli anthurium a 4 euro, i crisantemi a 2,50 l’uno e le mazzetterie a 5 euro». «Le circostanze sono inquietanti per il possibile calo dei consumi – conclude Francesca Maoloni del punto vendita ‘Fiori bijoux’ di viale Treviri - perché le difficoltà sono evidenti ed è chiaro che fiori e piante, pur con il loro importante apporto nel migliorare l’ambiente, rischiano di essere sacrificati per risparmiare nel tiore della crescita dell’inflazione. Per fare fronte a questi aumenti, il Governo ha stanziato, a più riprese, fondi e previsto misure per cercare di contenere questi rincari nel breve periodo. Tali interventi emergenziali, però, avranno si l’effetto di ridurre i rincari, ma non certamente di fermarli completamente. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico