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ASCOLI - Diciotto chiese della Diocesi ascolana ora tornano a vedere la luce sul fronte della ricostruzione post sisma. Con il recente decreto del commissario per il sisma, Giovanni Legnini, si sbloccano, infatti, i contributo per l’avvio di sistemazione dei danni subiti da 18 dei tanti edifici sacri colpiti dal terremoto del 2016 nel territorio piceno. Per la precisione, su lavori che richiederanno complessivamente 4,3 milioni di euro, già programmati, adesso saranno erogati 868mila euro (pari al 20% dell’importo complessivo previsto) per partire con i cantieri alla luce della nomina, da parte della stessa Diocesi, dei responsabili tecnici per ciascuna delle chiese da sistemare.
I contributi
Si entra, dunque, nella fase operativa, considerando che poi, secondo una tempistica ben precisa saranno gradualmente erogate anche le somme relative ai contributi complessivi concessi. Una procedura che, poi, dovrà gradualmente essere avviata per tante altre chiese, anche e soprattutto nel capoluogo piceno. Con il provvedimento del commissario Legnini, che prevede il trasferimento della somma pari ad 868mila euro all’Ufficio speciale della ricostruzione per le Marche, si può entrare nella fase operativa per gli interventi nell’ambito della ricostruzione post sisma previsti per le 18 chiese che hanno già un responsabile tecnico nominato.
Le chiese
Nello specifico, su Ascoli città si sblocca una prima somma per l’intervento sull’immobile individuato nella tabella allegata al decreto come chiesa di Santa Maria Lauretana, con un acconto erogato di 32mila euro a fronte di un contributo totale previsto di 160mila euro.
L’ordinanza
Sul fronte delle chiese presenti in città inserite nell’ordinanza commissariale del 2020 (che include l’elenco degli edifici sacri con i contributi previsti), ma per le quali non si sono ancora avviati gli interventi (o si attendono le nomine dei responsabili tecnici), figurano: Madonna del ponte (con contributo previsto di 200mila euro), Sacro Cuore (410mila euro), San Flaviano (120mila euro), San Giacomo apostolo (720mila euro), San Lorenzo (150mila euro), San Michele Arcangelo (150mila euro), San Pietro (350mila euro), San Pietro Martire (700mila euro), San Tommaso (800mila euro), Santa Giusta (150mila euro), Santa Maria Intervineas (450mila euro), Santa Margherita (340mila euro), Immacolata Concezione (550mila euro), Cattedrale di Sant’Emidio (1,2 milioni di euro), Ss. Crocifisso (400mila euro), Madonna delle Grazie e Maria Santissima Assunta (934mila euro cumulativi anche per altre 5 chiese del Piceno), santi Pietro e Paolo (due milioni cumulativi per altre cinque chiese picene).
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Corriere Adriatico