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ASCOLI - Le Superiori si preparano al ritorno al 50% degli studenti in presenza dal 25 gennaio. «Noi ci stiamo organizzando per la riapertura il 1 febbraio, ma se ci fosse questa modifica procederemo - dichiara il dirigente dell’Iis Mazzocchi-Umberto I Nazario D’Amato. - Siamo pronti a ogni evenienza. La didattica a distanza procede regolarmente: credo che sia interessante segnalare che abbiamo fatto partire alcune attività di laboratorio per l’indirizzo biotecnologie, dove abbiamo 8-10 ore di laboratorio da seguire, riuscendo a fare un orario specifico concentrando le ore di laboratorio per le terze classi. Da parte di alcune famiglie abbiamo ricevuto segnalazioni di mancanza di strumenti per seguire la dad, facendo fronte tempestivamente ancora con nostre risorse».
«Abbiamo attivato i laboratori sia per il Fermi che per l’Ipsia. Tutte le settimane; una settimana intera di laboratorio i ragazzi la frequentano - evidenzia il dirigente dell’Iis Fermi-Sacconi-Ceci. Ado Evangelisti. - La dad si è rivelata insostituibile, però dobbiamo fare leva sui suoi punti di forza e sfruttare la sua efficacia. È un’esperienza così forte che non andrà a morire. La didattica in presenza e a distanza sono alternative e sostituibili ma entrambe importanti per la relazione educativa».
Sono diversi gli aspetti psicologici della didattica a distanza, una modalità che è entrata nella quotidianità degli studenti. Ma quali sono i suoi riflessi sui ragazzi? «Pochi hanno messo in luce che parlare ad una macchina è disumano. Se io mi metto davanti ad uno schermo, parlo ad un essere umano virtuale. In realtà si diventa “homo monitor” invece che “homo sapiens” - spiega il sociologo Nello Giordani. - La natura umana non è fatta per parlare con una macchina: la didattica a distanza spezza l’essenza dell’essere umano. La natura umana è il rapporto faccia a faccia, il contatto umano. Nella dad io non vedo le espressioni e lo sguardo delle altre persone. Questa è la comunicazione analogica e non verbale che è quella più potente, dove è difficile mentire, a differenza di quella verbale. La comunicazione non verbale è diretta. Tutto questo, nella comunicazione a distanza, manca. Ci si trova poi nella solitudine della propria stanza: non si apprende stando da soli, perché si è tristi. Una lezione di un’ora davanti ad uno schermo è una cosa gelida. L’essere umano ha bisogno di contatti che non possono essere a distanza. Manca il rapporto con i propri coetanei. Si parla di relazione e non di interazione: mancando questo c’è solo miseria umana.
L’ex dirigente scolastico e attuale segretario provinciale della Uil Giuseppe Pacetti aggiunge che «La scuola non era preparata per questa evenienza e per gli insegnanti non è stato facile fare la dad.
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Corriere Adriatico