Schiaffo all’alunno disabile, condannata (con riduzione della pena) una maestra elementare per percosse

Schiaffo all’alunno disabile, condannata con riduzione della pena una maestra elementare. L'edificio sede della Corte d'Appello
ASCOLI - I giudici della Corte d’Appello di Ancona hanno parzialmente riformato la sentenza di primo grado, nella quale un’insegnante di Comunanza era stata condannata...

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ASCOLI - I giudici della Corte d’Appello di Ancona hanno parzialmente riformato la sentenza di primo grado, nella quale un’insegnante di Comunanza era stata condannata ad un mese di reclusione (pena sospesa) e al risarcimento dei danni, riducendo la pena stessa (sospesa) a venti giorni ed al pagamento delle spese processuali anche di secondo grado. I giudici anconetani hanno anche riqualificato il fatto: in primo grado i giudici avevano contestato il reato di mezzi correzione e di percosse, adesso l’insegnante è stata condannate soltanto per le percosse. 



Stando alla ricostruzione effettuata nel corso delle indagini dalla Procura di Ascoli, l’insegnante, in almeno due occasioni avvenute a distanza di circa un anno l’una dall’altra, avrebbe colpito un suo alunno disabile, che all’epoca dei fatti frequentava la scuola elementare. Il primo episodio è avvenuto a marzo del 2015. Il bambino si era avvicinato alla cattedra e l’insegnante le avrebbe rifilato uno schiaffo sulla mano. Per i fatti in questione, l’insegnante elementare era stata assolta. Ma l’episodio più grave sarebbe accaduto a quasi un anno di distanza dal primo e più precisamente nel mese di febbraio del 2016, il giorno del giovedì grasso. In quella occasione, sempre secondo quanto sostenuto dalla Procura, la docente avrebbe prima assestato uno schiaffo al viso del bambino, causandogli anche un lieve arrossamento della pelle, per lo avrebbe colpito sulle mani. Per questo motivo, l’insegnante era stata condannata ad un mese di reclusione (pena sospesa) e al risarcimento dei danni.

I genitori dai carabinieri



Sono stati i genitori dell’alunno che, venuti a conoscenza del fatto, si sono rivolti ai carabinieri per raccontare cosa era avvenuto. Da qui è partita l’inchiesta da cui sono scaturite le indagini, culminate appunto con la celebrazione di un processo e la condanna dell’insegnate per uno dei due episodi contestati. Ora, i giudici della Corte d’Appello di Ancona hanno parzialmente riformato la sentenza di primo grado e riqualificato il fatto, derubricando il reato. 
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Corriere Adriatico