ASCOLI - C'è un ricorso firmato Saba, contro l'Arengo, sul tavolo del Tar marchigiano. Nulla a che vedere, però, con le strisce blu e la gestione dei parcheggi. O...
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Per la precisione, il ricorso è stato presentato dalla Saba Italia spa e della Aipark, notificato all'Arengo nello scorso mese di novembre, con la volontà di impugnare la delibera del consiglio comunale del 4 settembre scorso con la quale si è approvato il regolamento per l'applicazione della tassa sui rifiuti e con esso anche il relativo piano finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani e delle tariffe per l'anno 2014. Tariffe che, evidentemente, sono risultate consistenti per le società ricorrenti tanto che, nel ricorso presentato, si chiede l'annullamento di tutta la delibera per "eccesso di potere, difetto d'istruttoria, illogicità e contraddittorietà, contestando l'erronea individuazione del coefficiente di produzione rifiuti per la categoria delle autorimesse e dei parcheggi in genere".
Si contesta, dunque, sia il criterio ispiratore della scelta dei parametri per le tariffe sui rifiuti, sia il procedimento tecnico individuato nello specifico per la tipologia che interessa direttamente la Saba.
L'Arengo, ovviamente, non ci sta e si prepara a difendersi, costituendosi in giudizio davanti al Tar Marche nella convinzione di poter far valere "la correttezza e legittimità dell'attività amministrativa posta in essere e, dunque, contrastare le censure avversarie".
Di fatto, qualora il Tar Marche dovesse dare ragione ai ricorrenti, ovvero alla Saba e alla Aipark, si potrebbe registrare un effetto a cascata che creerebbe un problema all'Arengo. Infatti, se venisse accolta la richiesta di annullamento in toto della delibera del consiglio comunale relativa al regolamento applicativo e alle tariffe per la tassa sui rifiuti 2014, di fatto le tariffe applicate non avrebbero più alcuna validità. Si dovrebbe, quindi, tornare in consiglio comunale per ridiscutere ed eventualmente modificare quelle tariffe, con gli effetti che ne conseguirebbero anche per il bilancio comunale. In caso contrario, invece, se il Tar desse ragione al Comune, tutto resterebbe così com'è e le società ricorrenti sarebbero costrette a pagare la Tari secondo quanto indicato dall'Arengo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico