C'è l'ok all’impianto per smaltire i rifiuti pericolosi all’ex Ocma, l'operazione entro il 2024. In vendita i materiali recuperati

Lo stabilimento dell'ex Ocma
ASCOLI - È stato autorizzato dalla Provincia l’impianto per rimuovere, a distanza di anni, i rifiuti pericolosi ancora presenti nell’area ex Ocma, nella zona...

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ASCOLI - È stato autorizzato dalla Provincia l’impianto per rimuovere, a distanza di anni, i rifiuti pericolosi ancora presenti nell’area ex Ocma, nella zona industriale. Il progetto, per la risoluzione definitiva del problema, presentato da una società specializzata, è stato accolto e consiste nella realizzazione di un impianto di recupero di rifiuti pericolosi (tipologia R4) ed è finalizzato alla sola rimozione (smaltimento-recupero) dei rifiuti giacenti nel sito. Operazione che dovrà essere conclusa entro il 31 dicembre 2024, secondo quanto indicato dalla Regione.

 

La procedura per arrivare a questa autorizzazione di sblocco dell’impianto da realizzare era stata avviata la scorsa estate ed ora è arrivata al traguardo, ovvero l’ottenimento dei pareri della Regione, del Comune di Ascoli e della Provincia. Si avvia, dunque, verso la soluzione un annoso problema dal punto di vista ambientale per il quale, dopo il fallimento dell’azienda, aveva visto, a partire dal 2013, anche una lunga battaglia legale, finita davanti al Tar e al Consiglio di Stato, per l’attribuzione delle responsabilità riguardo la rimozione di quei rifiuti pericolosi. 

L’impianto servirà a rimuovere i rifiuti pericolosi e a fondere i metalli non ferrosi presenti, compresi i prodotti di recupero (con affinazione e formatura in fonderia). L’operazione di recupero prevede l’ottenimento dai rifiuti di metalli e ossidi di metallo in loco di materia prima e secondaria da destinare alla vendita. 

Con lo sblocco dell’autorizzazione, dunque, si potrà finalmente procedere ad eliminare la presenza nell’area ex Ocma dei rifiuti pericolosi presenti recuperandoli, dopo il previsto trattamento, per poi rivenderli. In questo modo, si potrà arrivare ad una soluzione del problema che ormai dal 2013 è al centro di un confronto passato anche, come detto, per le vie legali.  

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Corriere Adriatico