Il Rotary fa risplendere cinque opere d’arte esposte in pinacoteca

La presentazione dell'iniziativa
ASCOLI - Cinque capolavori tornano a splendere nelle sale della pinacoteca. E avviene grazie all’intervento del Rotary Club di Ascoli, protagonista del finanziamento per il...

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ASCOLI - Cinque capolavori tornano a splendere nelle sale della pinacoteca. E avviene grazie all’intervento del Rotary Club di Ascoli, protagonista del finanziamento per il recupero e il restauro. Le opere sono una Vergine orante di Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato, caratterizzata dalla scelta cromatica operata dall’artista ancor più visibile a seguito dell’intervento; Sant’Emidio di Giovanni Peruzzini; due cornici di epoca barocca, una contenente un dipinto su rame attribuito Niccolò Berrettoni e un dipinto realizzato da Domenico Morelli raffigurante l’interno di un’abitazione rustica.

 

«Le opere avevano bisogno di un recupero importante. Ci è sembrato naturale: uno degli impegni rotariani va proprio nella direzione della tutela del nostro patrimonio artistico» afferma del Club di Ascoli, Alberto Forlini. E non è la prima volta. Nel 1992 fu realizzato il restyling della Fontana dei Cani, nel 2005 ecco il restauro di Porta Tufilla. Nel 2017 il restauro della “Madonna del latte con Santo”, affresco rinvenuto nel foyer del teatro Filarmonici durante i lavori di riqualificazione. «E già nel 1985 due giovani del Rotaract, oggi rotariani, aveva curato il restauro della Madonna del Paci nell’edicola della chiesa di San Francesco» aggiunge Forlini.

«Il Rotary è da sempre legato al nostro territorio. Oggi arriva l’ennesimo esempio. Non posso non ringraziare l’intero club e il presidente per il grande impegno» sottolinea il sindaco Marco Fioravanti. Soddisfazione è stata espressa dal direttore dei musei civici, Stefano Papetti.

«La scelta è indicativa di come si sia arrivati nel corso del tempo ad avere qui ad Ascoli una collezione che rispecchia caratteristiche anche di caratura nazionale - spiega Papetti -. Alcune arrivano dalla Quadreria dei monaci camaldolesi di Sant’Angelo Magno, ma ad esempio la Vergine del Sassoferrato è un acquisto che il Comune fece a Roma nel 1918. Il dipinto di Morelli è arrivato con la collezione del medico ascolano Antonio Ceci. Si intuisce quindi come si sia formata questa raccolta di opere: dipinti da istituzioni religiose soppresse, acquisti da parte del Comune, donazioni di grandi appassionati d’arte».

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Corriere Adriatico