Piceno Consind, il contributo chiesto alle imprese fa infuriare Confindustria

Piceno Consind, il contributo chiesto alle imprese fa infuriare Confindustria
ASCOLI - Il contributo richiesto da Piceno Consind a centinaia di aziende della zona industriale per partecipare alle spese di manutenzione delle infrastrutture è stata la...

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ASCOLI - Il contributo richiesto da Piceno Consind a centinaia di aziende della zona industriale per partecipare alle spese di manutenzione delle infrastrutture è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per l’associazione degli industriali che tiene nel mirino Piceno Consind considerato un «carrozzone politico» il limite è stato superato.

 

«Purtroppo ancora una volta, dobbiamo constatare che il Piceno Consind, nonostante le numerose modificazioni subite nel tempo finalizzate a ricentrarne mission e renderlo uno strumento a servizio delle imprese e del territorio, ma che in realtà hanno avuto il solo effetto di rimandare ad anni successivi le decisioni veramente importanti , è un ente che adotta logiche, a nostro avviso, che poco hanno a che fare con l’utilità delle imprese» afferma il presidente Simone Ferraioli. «Una casa comune che si muove in maniera del tutto sconnessa dalle esigenze degli inquilini, chiamati o informati a decisioni prese, ed assumendo decisioni creative senza alcuna valutazione di impatto sugli stessi».


Le richieste


Per Confindustria il Consind è un ente concentrato nel reperimento di risorse per il finanziamento di rotatorie, senza chiedersi nemmeno a vantaggio di quanti automobilisti ancora e per quanto tempo «mentre si dovrebbe una volta per tutte affrontare il tema della sostenibilità economica del consorzio stesso, i cui numeri certificano di fatto uno stato di sofferenza irreversibile da diversi anni». Per l’associazione industriale occorre liberare risorse che possano effettivamente essere destinate allo sviluppo delle imprese, agli investimenti e agli ampliamenti dei siti produttivi, e di conseguenza incidere sull’occupazione del territorio.


L’appello


All’indomani di un periodo a dir poco complesso, gli industriali chiedono ancora una volta alla Regione Marche, e anche a tutti i Comuni consorziati «che si trovi il coraggio di affrontare definitivamente la questione in quanto è inaccettabile una logica gestionale basata sulla ridistribuzione dei costi anziché su servizi utili ed efficienti. Le criticità mai definitivamente risolte sono enormi e molte aziende sono ormai costrette a gestire in autonomia il decoro e le manutenzioni di talune aree per evitare danni ai veicoli e soprattutto garantire la sicurezza delle migliaia di persone che ogni giorno devono transitare per raggiungere le imprese». A tal proposito Ferraioli ha già sollecitato un incontro urgente all’assessore regionale competente.

 

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Corriere Adriatico