La popolazione invecchia, i pensionati arruolati per collaborare alle attività dell'amministrazione

Gli anziani reclutati per le attività dell'Arengo
ASCOLI - Un vecchio spot televisivo degli anni Settanta recitava: “Sessant’anni e non sentirli”. E sembra andare sulla scia di questo efficace messaggio...

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ASCOLI - Un vecchio spot televisivo degli anni Settanta recitava: “Sessant’anni e non sentirli”. E sembra andare sulla scia di questo efficace messaggio pubblicitario un po’ vintage la scelta operata dall’Arengo, insieme all’Ambito territoriale sociale XXII, di coinvolgere maggiormente le fasce più “agées” della popolazione residente, in particolare pensionati dai 60 anni in su, chiedendo loro di offrire un contributo fattivo per la città sul fronte dei servizi, delle attività, delle iniziative formative e di altro genere. Incluso il recupero, attraverso un rapporto più diretto con le nuove generazioni, delle tradizioni locali, del vernacolo, della storia cittadina. Un modo per far sentire partecipi e attive quelle persone che nonostante il riscontro anagrafico possono ancora fornire il loro apporto alla comunità.

 

Tutto questo partendo da una considerazione inequivocabile a fronte degli ultimi dati forniti dall’Istat (aggiornati proprio adesso con riferimento al primo gennaio del 2022): in un capoluogo che purtroppo, come avviene anche a tante altre zone dell’entroterra piceno, continua a perdere abitanti, attestandosi ora a 46.079 unità rispetto alle 46.554 che si registravano nell’anno precedente, la fascia d’età dai 65 anni in su, con 13.352 persone, rappresenta comunque il 29% della popolazione, praticamente quasi un terzo del totale. Quindi una presenza importante sotto le cento torri, laddove invece, la fascia dei giovani, fino ai 30 anni, si attesta su 11.706 persone e quella intermedia, tra i 31 e i 64 anni fa registrare 21.021 abitanti. 

Da questi presupposti, ecco ora il ricorso al servizio civile volontario degli anziani, da parte dell’amministrazione comunale in condivisione con l’Ambito sociale, attraverso un duplice bando: quello per individuare gli ultrasessantenni pensionati disponibili a rimettersi in gioco e al servizio della città, con scadenza per le domande entro il 24 giugno, e quello per enti e associazioni che volessero presentare entro il 31 maggio i progetti per l’utilizzo di questi volontari che appartengono alla fascia più anziana della popolazione residente in città. I progetti, con rimborsi (di massimo 100 euro mensili) alle persone coinvolte, dovrebbero poi partire da luglio per protrarsi fino a dicembre, salvo proroghe. 

L’idea partorita dal sindaco Marco Fioravanti e dall’assessore comunale alle Politiche sociali Massimiliano Brugni, a Palazzo Arengo, adesso si concretizzerà nell’utilizzo di questi eventuali volontari over 60 per la realizzazione di progetti e di attività che si ritengono utili alla città di Ascoli. «L’obiettivo – spiega lo stesso assessore Brugni – è quello di andare a coinvolgere e rendere utili e partecipi quelle persone, che in molti casi tra l’altro ce lo chiedevano, arrivate alle pensione ma ancora desiderose di restare attive e di rendersi utili per la città. E al tempo stesso vogliamo cogliere l’occasione per attivare rapporti intergenerazionali, in condivisione con i giovani, ad esempio nelle scuole, con iniziative che possano servire a tramandare le tradizioni e le esperienze locali ai più giovani». Potranno, dunque, rispondere all’avviso dell’Arengo, mettendosi a disposizione, persone con abbiamo compiuto almeno i 60 anni di età e siano titolari di pensione, ovvero che non siano tuttora lavoratori, subordinati e autonomi. 



Diverse sono le attività che potranno prevedere l’utilizzo dei pensionati ultrasessantenni disponibili: si va dall’accompagnamento nell’ambito di servizi di trasporto per l’accesso a prestazioni sociali alle attività di tutoraggio nei corsi professionali e formativi; dall’assistenza agli studenti in mense, biblioteche e scuolabus al supporto per le attività che si svolgono in musei, biblioteche, parchi, sale di ritrovo e di quartiere, impianti sportivi e così via. Possibile anche l’utilizzo degli anziani per la conduzione di appezzamenti di terreno pubblici e con proventi ad uso sociale, così come l’ausilio nello sviluppo di iniziative per far conoscere e perpetuare le tradizioni locali artigianali, artistico-musicali, del folklore e del vernacolo. Infine, sono previste anche attività a sostegno di famiglie con minori, anziani, persone con disabilità, assistenza culturale e sociale nelle strutture sanitarie, sociali, educative e nelle carceri o iniziative di sensibilizzazione per la prevenzione delle dipendenze e altro ancora.
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Corriere Adriatico