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ASCOLI - Il personale sanitario dell’Area vasta 5 è in stato di agitazione e già questa mattina davanti all’entrata dell’ospedale Mazzoni manifesterà per protestare contro l’Asur contro il mancato pagamento delle indennità e il rispetto degli accordi sul riequilibrio delle disparità di trattamento tra gli operatori piceni e quelli delle altre Aree vaste. Una iniziativa che verrà ribadita anche domani a San Benedetto.
La rottura
«Abbiamo cercato di coinvolgere esponenti politici locali per cercare di risolvere questa situazione. - spiega Giorgio Cipollini della Cisl - ma fino a quando non riusciremo a far sentire la nostra voce, non accadrà nulla.
Duecento contratti in scadenza
«A rendere ancor più critica la situazione - sottolinea Stefano Sudati, vice coordinatore della Rsu dell’Area vasta 5 - ci sono i circa 200 contratti a termine che scadranno il 31 dicembre e che ancora non sappiamo se verranno rinnovati. Qualora ciò non avvenisse, si metterebbero a rischio sette o otto unità operative». A rincarare la dose è Viola Rossi della Cgil: «Vorrei sottolineare che la nostra è una battaglia portata avanti da anni - dice -. L’Asur ha interrotto la trattativa con un totale silenzio. Nel frattempo, alla fine dell’anno non ci sarà più l’Asur unica ma verranno introdotto le aziende sanitarie con personalità giuridica senza sapere come e quando verranno restituite le risorse spettanti all’Area vasta 5». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gianni Di Domenico della Cisl che ha rimarcato la disparità di trattamento: «È inconcepibile che ci siano dei trattamenti così diversi solo perchè si è stati assunti in Aree vaste differenti ».
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Corriere Adriatico