Sanità, la protesta si accende davanti al Mazzoni: operatori sottopagati e contratti precari

Sanità, la protesta si accende davanti al Mazzoni: operatori sottopagati e contratti precari
Sanità, la protesta si accende davanti al Mazzoni: operatori sottopagati e contratti precari
di Luigi Miozzi
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Giovedì 24 Novembre 2022, 02:20

ASCOLI - Il personale sanitario dell’Area vasta 5 è in stato di agitazione e già questa mattina davanti all’entrata dell’ospedale Mazzoni manifesterà per protestare contro l’Asur contro il mancato pagamento delle indennità e il rispetto degli accordi sul riequilibrio delle disparità di trattamento tra gli operatori piceni e quelli delle altre Aree vaste. Una iniziativa che verrà ribadita anche domani a San Benedetto 


La rottura


«Abbiamo cercato di coinvolgere esponenti politici locali per cercare di risolvere questa situazione. - spiega Giorgio Cipollini della Cisl - ma fino a quando non riusciremo a far sentire la nostra voce, non accadrà nulla. Se non ci daranno ascolto metteremo in atto forme di protesta ancora più forti, sciopereremo e metteremo al corrente la collettività dei rischi a cui stiamo andando incontro». A promuovere lo stato di agitazione sono state le sigle sindacali che rappresentano la maggioranza degli iscritti (Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Fials a cui si è unita anche la Rsu aziendale). Una situazione determinata dalla mancata implementazione stabile dei finanziamenti e del fondo risorse decentrate.

Una presa di posizione scaturita dalle molte promesse risultate vane e il mancato rispetto degli accordi sottoscritti come quello relativo alla concessione del congelamento di 495mila euro che avrebbero dovuto essere restituiti entro ottobre per il pagamento delle indennità contrattuali previste relative al mese di novembre e dicembre 2021.

Duecento contratti in scadenza

«A rendere ancor più critica la situazione - sottolinea Stefano Sudati, vice coordinatore della Rsu dell’Area vasta 5 - ci sono i circa 200 contratti a termine che scadranno il 31 dicembre e che ancora non sappiamo se verranno rinnovati. Qualora ciò non avvenisse, si metterebbero a rischio sette o otto unità operative». A rincarare la dose è Viola Rossi della Cgil: «Vorrei sottolineare che la nostra è una battaglia portata avanti da anni - dice -. L’Asur ha interrotto la trattativa con un totale silenzio. Nel frattempo, alla fine dell’anno non ci sarà più l’Asur unica ma verranno introdotto le aziende sanitarie con personalità giuridica senza sapere come e quando verranno restituite le risorse spettanti all’Area vasta 5». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gianni Di Domenico della Cisl che ha rimarcato la disparità di trattamento: «È inconcepibile che ci siano dei trattamenti così diversi solo perchè si è stati assunti in Aree vaste differenti ».

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