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ASCOLI- Le scritte erano state cancellate non molto tempo fa dagli “Angeli del Bello”, il gruppo di volontari che da alcuni anni si muove instancabilmente in città per ripulire, ripristinare, restaurare edifici e lavori architettonici deturpati dalle bombolette spray ad opera di scatenati e impuniti imbrattatori.
I vandali
Vandali che da anni ormai si muovono in città non risparmiando nulla. In questi ultimi mesi estivi, l’imbarbarimento è tornato peggiore di prima specie nella zona del Cristo Redentore, tra via Francesco Ciotti e via del Sacro Cuore, in un’area in cui non solo vertono nel degrado le statue che da sempre la caratterizzano, ma che presenta sempre più frequentemente anche sporcizia, schiamazzi,con la presenza assidua nelle ore serali di coppiette appartate, tossicodipendenti e balordi.
Le corse
Un luogo dove frequentemente avvengono anche corse forsennate in auto e moto, su strade in cui transitano bambini ed anziani. Nelle ultime ore, successivamente alle numerose lamentele, è arrivata la proposta di poter intervenire in merito da parte di una importante realtà cittadina, ansiosa di mettere la parola fine all’imbarbarimento continuo del quartiere e di poter tutelare in particolare l’opera principale, creata dallo scultore ascolano Antonio Mancini, da quasi 70 anni volta a dominare dalla collina del Sacro Cuore e il capoluogo piceno. Nell’ambito del progetto“Adottiamo un Monumento”, promosso dall’Arengo, nelle ultime ore è arrivata l’esigenza di intervenire dalla locale Federazione Maestri del Lavoro d’Italia, che in passato si era già mossa con successo nell’istituire qualcosa di analogo a livello nazionale.
L’adozione
Il Consolato di Ascoli e Fermo della Federazione “Maestri del Lavoro”si è reso disponibile al più presto ad accudire la zona del Crocifisso del Sacro Cuore. L’obiettivo è quello di poter realizzare interventi futuri che possano preservare anche le statue della Via Crucis, sempre realizzate dal Mancini e la scalinata, oltre che puntare alla pulizia di bottiglie, siringhe e scatole anticoncezionali, sempre abbandonate nel verde circostante. Una sistemazione che andrebbe a proteggere anche la preziosa iscrizione in travertino – “Tibi Servator Divine Honos et Glori”- mancante di diverse lettere da moltissimi anni. La statua , dell’altezza di 12 metri e su basamento concepito dall’architetto Vincenzo Pilotti, fu inaugurata nel maggio del 1954 e fu realizzata come testimonianza volta a sciogliere il voto religioso che i cittadini avevano rivolto a Gesù affinchè durante la seconda guerra mondiale Ascoli fosse preservata da danni e distruzioni.
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Corriere Adriatico